Il caso
Bari, più leggere le accuse a Pisicchio e la prescrizione si avvicina. Ma la Regione: noi danneggiati
Le modifiche del pm ai capi di imputazione nei confronti dell'ex assessore regionale: «Insieme al fratello organizzò incontri per truccare appalto del Comune»
BARI - Nella presunta corruzione del dirigente comunale dei Tributi, per far aggiudicare un appalto da 5 milioni a un imprenditore amico, Alfonsino Pisicchio non abusò della sua qualità di assessore regionale ma partecipò tuttavia a una serie di incontri, insieme al fratello Enzo Pisicchio, nei quali sarebbe stato definito il patto illecito per agevolare l’imprenditore Giovanni Riefoli. Nell’udienza preliminare davanti al gup Nicola Bonante la Procura ha modificato i due capi di imputazione principali, quelli relativi a corruzione e turbativa. Alleggerendo un po’ la posizione dell’ormai ex esponente politico, ma lasciando comunque inalterato il quadro complessivo.
Con la rimodulazione di ieri, che comporta la possibilità per le difese di ottenere un nuovo termine, il pm Claudio Pinto sembra infatti aver voluto sterilizzare buona parte delle eccezioni già sollevate nell’udienza di febbraio. Da un lato è stata anticipata la data di commissione della presunta turbativa dell’appalto comunale da 5,5 milioni contestata ai Pisicchio insieme a Riefoli e al dirigente (sospeso) Francesco Catanese, ora portata all’aprile 2019 (era gennaio 2020) avvicinando un po’ il termine di prescrizione. Dall’altro, però, le presunte contropartite economiche ottenute da Enzo Pisicchio (156mila euro) sono state «sganciate» dalla provvista economica che le aziende di Riefoli avrebbero creato tramite false fatturazioni tutte da dimostrare e soprattutto ben prima che l’appalto venisse bandito.
Già in precedenza era venuta meno l’ipotesi di finanziamento illecito del partito, inizialmente contestata ai Pisicchio ed archiviata a ottobre 2024 su richiesta della stessa Procura in relazione sempre ai famosi soldi consegnati a Enzo Pisicchio. L’accusa è insomma che i Pisicchio avrebbero istigato Catanese a truccare l’appalto per motivi diversi: l’uno (Enzo) in cambio di soldi e regali, l’altro (Alfonsino) per ottenere assunzioni da spendere in campagna elettorale. Il tutto sarebbe avvenuto attraverso una serie di incontri organizzati «in corrispondenza temporale» con varie criticità emerse durante la procedura di affidamento conclusa a ottobre 2019.
La difesa di Alfonsino ha però a questo punto chiesto l’estromissione della Regione come parte civile. Ma l’ente (con l’avvocato Enrico Dellino) ha insistito nella richiesta di danni nei confronti dell’ex assessore, citando il clamor creato dagli articoli della «Gazzetta» sulla vicenda. La Regione è costituita anche nei confronti del falso broker e degli imputati che, in base alle indagini, avrebbero prodotto o utilizzato false fideiussioni per il rilascio di autorizzazioni alle cave. Il Comune di Bari chiede invece un milione di euro di danni collegati all’appalto per i tributi anche al suo dirigente Catanese, che in cambio avrebbe ottenuto l’assunzione della moglie nelle società di Riefoli.
Il gup Nicola Bonante ha rinviato l’udienza al 28 maggio. In quella data deciderà sulla posizione della Regione, e darà agli avvocati la possibilità di interloquire sul nuovo quadro accusatorio. I difensori di Enzo Pisicchio (prof. Vito Mormando e avvocati Francesco Paolo Sisto e Francesco Marzullo) hanno fin dall’inizio negato che il denaro (e gli altri 62mila euro che gli sono stati trovati in casa) fossero la contropartita di una corruzione, ritenendo invece che si tratti del corrispettivo di una consulenza occulta svolta dal fratello dell’assessore per alcune aziende.
L’indagine, deflagrata in piena campagna elettorale per le amministrative, vede i Pisicchio imputati insieme altre 6 persone, accusate a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità di turbata libertà degli incanti, corruzione, truffa aggravata allo Stato e falso materiale. È ancora aperta (sembra andare verso l’archiviazione) l’indagine sulla fuga di notizie avvenuta prima degli arresti dell’aprile 2024.