il caso

Crac Banca Popolare di Bari, risparmiatori truffati: il sindaco «chiama» il ministro

Davide Lattanzi

Leccese: «Solleciterò Giorgetti: un fondo come per i casi al Nord»

BARI - «Non esistono risparmiatori di serie A e B: abbiamo il dovere di combattere in ogni sede per aiutare chi ha perso le riserve accumulate con onestà e fatica».

Annuncia battaglia, il sindaco Vito Leccese. Il crac della Banca Popolare di Bari ha spazzato via i sacrifici di oltre 70mila famiglie baresi. Un dramma che ieri è stato affrontato in un dibattito pubblico all’ex tesoreria del Comune. L’iniziativa, promossa dal consigliere comunale Giuseppe Carrieri e da Saverio Daddario, presidente del Comitato indipendente azionisti della Banca Popolare, è stata animata dagli interventi del sindaco Leccese, del coordinatore delle opposizioni Fabio Romito, del parlamentare Ubaldo Pagano (Pd), nonché dell’europarlamentare Michele Picaro (Fratelli d’Italia). Intervenuti anche gli avvocati difensori dei risparmiatori che si sono costituiti nei procedimenti penali e civili. Foltissima la presenza di piccoli azionisti o ex correntisti dell’istituto di credito che hanno gremito la sala chiedendo in particolare aggiornamenti sui processi in corso.

«Nessuno deve pensare che quanto accaduto sia in qualche modo congelato: vogliamo mettere in atto qualsiasi iniziativa per smuovere le acque. La Corte dei Conti prevede accantonamenti per oltre 1,4 miliardi per i risparmiatori traditi. Per Bari basterebbero 400 milioni», la premessa di Carrieri. «La vicenda della Banca Popolare è fortemente rappresentativa del territorio e della nostra comunità. Tantissimi baresi hanno affidato i risparmi in tale istituto di credito. Pertanto, è doveroso che in qualità di sindaco continui a farmi sentire in tutte le sedi, così come i parlamentari devono rappresentare la situazione di correntisti e risparmiatori. Pretendiamo il medesimo trattamento riservato alle banche venete che, di fronte ad analoghi contesti di dissesto finanziario, hanno goduto di adeguati ristori anche in virtù dell’istituzione di appositi fondi. Continuerò a chiedere l’impegno al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Auspicavo che i primi provvedimenti potessero trovare una presenza nell’ultima legge di bilancio, ma non è successo. Perciò, insisterò per incontrare personalmente il ministro».

«Affrontiamo una situazione talmente urgente da cancellare qualsiasi divisione politica», aggiunge Fabio Romito. «Questo dramma mi tocca da vicino perché ho subito anch'io la stessa ingiustizia con un altro istituto di credito, perdendo i risparmi che mio padre avrebbe voluto destinare a me e a mia sorella. Azionisti e risparmiatori della Banca Popolare sono stati truffati. Peraltro, la Banca del Mezzogiorno che ha rilevato la Popolare ha avviato un processo virtuoso, ma resta da chiudere una partita decisiva: bisogna mettere in condizione il Parlamento di utilizzare le apposite norme per i ristori».

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