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Bari, i lavoratori Ikea in sciopero: «Feste obbligatorie e niente maggiorazioni per i neo assunti»
Domenica mattina 2 marzo i dipendenti dicono stop al lavoro con un sit-in. Sciopero anche nel resto d'Italia
BARI - Sono in stato di agitazione le lavoratrici e i lavoratori della multinazionale svedese del mobile in Italia, con un primo pacchetto di 24 ore di sciopero proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno deciso di interrompere le trattative. Anche a Bari i lavoratori hanno incrociato le braccia dalle ore 9 di questa mattina, 2 fmarzo, con un sit in davanti l'ingresso principale del punto vendita.
Alla base della mobilitazione, il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale. Ikea, “nonostante abbia visto raddoppiare il suo fatturato nell'ultimo periodo e si presenti come un gruppo democratico e inclusivo – stigmatizzano le tre sigle in un comunicato unitario - non rispetta i suoi stessi principi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Dopo oltre un anno e mezzo di incontri serrati, infatti, l’azienda ha completamente ignorato le richieste sindacali, voltando le spalle ai propri dipendenti. Tra richieste aziendali ritenute inaccettabili dai sindacati: il mancato riconoscimento delle maggiorazioni ai nuovi assunti, un sistema derogatorio e peggiorativo delle professionalità, cancellazione della "malattia statistica", obbligatorietà del lavoro festivo.
“In un’impresa che vede le relazioni territoriali ridotte al minimo, - spiegano ancora le tre sigle nella nota unitaria - con un gran numero di lavoratori assunti part-time senza possibilità di integrazione oraria, si assiste oggi all’introduzione di nuovi modelli di business con l’apertura di nuovi punti vendita di prossimità nei quali è impedita l’agibilità alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori con una limitazione di diritti degli stessi. “Già in queste ore, su tutto il territorio italiano, si stanno tenendo numerose assemblee nei vari punti vendita, con le prime iniziative di sciopero su base territoriale. È chiaro che - concludono le organizzazioni sindacali - se l’azienda non tornerà sui suoi passi, si valuteranno tutte le azioni opportune per modificare le scelte aziendali a tutela dei diritti di tutti i dipendenti Ikea, affinché si raggiunga un'intesa dignitosa per gli stessi”.
Miriam Ruta segretaria generale fisascat CISL Bari, dichiara: "Chiediamo un contratto integrativo nazionale e aziendale che restituisca dignità ai lavoratori e alle lavoratrici di ikea a partire dalle relazioni sindacali che siano rispettose del confronto con le parti sociali, ma che sia rispettoso di tutti i lavoratori. C'è una gran parte di lavoratori e lavoratrici che sono part-time, part-time involontari e quindi chiediamo il rispetto del lavoro domenicale e festivo, perché a fronte del disagio prestato venga riconosciuta una maggiorazione in percentuale che restituisca degnità al salario, chiediamo che venga riconosciuta la reale prestazione delle professionalità effettivamente prestata dai lavoratori di Ikea e chiediamo soprattutto un welfare di opportunità che sia reale. Quindi un salario che restituisca effettivamente ai lavoratori dignità economica. Vogliamo che Ikea realizzi concretamente un contratto integrativo che sia migliorativo rispetto al contratto nazionale di lavoro e che non faccia una retrocessione rispetto allo stato attuale i lavoratori sono fondamentalmente dei lavoratori precari anche perché essendo part-time non hanno la possibilità non solo di migliorare dal punto di vista salariale ma anche dal punto di vista professionale per cui un contratto integrativo aziendale che entri nel merito di tutte le nostre richieste e che non abbia una retrocessione rispetto ad un mondo del lavoro che avanza e che avanza con difficoltà."
LA REPLICA DELL'IKEA
Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato, in quanto l’impegno dell’Azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale Contratto Integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in Ikea già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. In particolare, la proposta di Ikea intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi. Inoltre, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi.
Infine, la nostra proposta comprendeva ulteriori benefit innovativi quali un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o nei confronti di co-worker che intraprendono percorsi di transizione di genere. IKEA ribadisce di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal Contratto Integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti. E per quanto riguarda le aperture dei nuovi formati (PAOP), Ikea ribadisce che si tratta di formati innovativi che consentono di essere più vicini alle esigenze dei clienti e precisiamo che all’interno degli stessi tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente sono garantiti.