il caso
Bari, così la vigilessa aiutò lo spacciatore dei Capriati: «Non sequestrò l'auto guidata da un minorenne»
La relazione degli ispettori della Prefettura sul Comune: l'agente di Polizia municipale ha agevolato la criminalità organizzata, sarà sospesa per 3 mesi
BARI - Il pomeriggio del 23 marzo 2017 la vigilessa F.R. era di pattuglia insieme a un collega al sottopassaggio di piazza Luigi di Savoia. Lì, all’ingresso del centro di Bari, fermò un auto guidata da un minorenne che poi si scoprirà essere un baby spacciatore. La vigilessa avrebbe dovuto procedere al sequestro del veicolo e alla denuncia del ragazzo, ma non lo fece per fare un favore a Giorgio Larizzi, un trafficante di droga vicino al clan Capriati della città vecchia. Un episodio che, secondo gli ispettori mandati dalla Prefettura, dimostra «significativa vicinanza» e «contegno soggiacente» rispetto alla criminalità organizzata.
È per questo che la donna, un assistente della Polizia municipale che da allora è stata adibita a compiti di piantonamento, sarà destinataria di una sanzione dalla Prefettura nell’ambito dell’ispezione antimafia conclusa a ottobre: tre mesi di sospensione dal servizio. Il caso è emerso nel contesto di una operazione antidroga della Dda di Bari (coordinata dal pm Fabio Buquicchio, lo stesso che si occupa dell’indagine Codice Interno da cui è partito il procedimento amministrativo sul Comune): nel 2020 i fratelli Larizzi furono arrestati con l’accusa di gestire lo spaccio della movida, e dalle intercettazioni venne fuori la telefonata con cui il minore dei due chiedeva alla vigilessa di non sequestrare l’auto in quanto appartenente in realtà a Federico Tamma, uno dei «suoi» spacciatori. Giorgio Larizzi è tornato in carcere a novembre, quando è diventata definitiva la condanna a 14 anni e mezzo (due anni e cinque mesi per Tamma, con pena sospesa). La vigilessa invece è sempre rimasta in servizio perché nei suoi confronti l’accusa di omissione di atti di ufficio non consentiva la misura cautelare: il processo è ancora in corso, ma il reato si prescriverà a marzo.
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