Le dichiarazioni

«Le borsiste sapevano del dress-code, io vittima di un complotto»: Bellomo si racconta da Giletti

L'ex magistrato barese al centro dello scandalo torna a parlare in tv ospite del programma Lo Stato delle Cose

BARI - Torna a parlare dopo sette anni Francesco Bellomo, ex giudice del Consiglio di Stato al centro dello scandalo per il dress-code che consigliava alle borsiste dei suoi corsi di preparazione alla magistratura. L'ha fatto da Massimo Giletti, nello studio della trasmissione Lo Stato delle Cose, andata in onda su Rai3 lo scorso 20 gennaio. Ed è stata anche l'occasione per presentare il nuovo libro, «Il complotto», in quanto secondo lui è stato vittima proprio di un complotto, in quanto - parole sue - la verità sarebbe un'altra, e «tutti sapevano come stavano le cose».

La puntata è stata incentrata sul famoso 'dress code': le borsiste erano invitate a indossare un tipo di abbigliamento specifico in base alla situazione. Uno stile più classico, con camicetta e tailleur, per gli eventi burocratici, uno intermedio, con camicetta e gonna corta, per corsi e convegni, e uno definito «estremo» per le situazioni mondane, con gonne o vestiti molto corti. Secondo Bellomo, così come riferito in puntata, tutto riguarda la didattica della scuola, ma anche l'immagine: «Tutti sono convinti che si diventi magistrati solo scoppiando di studio sui libri. Io proponevo un metodo diverso: si punta sul ragionamento, si prendono codici, norme, si analizza e si risolve tutto. Ma dall’esterno non ci crederebbero. Quindi prendo degli studenti la cui immagine è incompatibile con quella della persona che dedica tutta la sua giornata allo studio e dimostro che vincono il concorso». 

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