Il caso
Picchia figlia di 4 anni e le rompe il naso: via da casa il padre, uno straniero della provincia di Bari
La vicenda nasce da una segnalazione trasmessa dal Policlinico il 21 novembre scorso. Quel giorno la mamma e la bambina erano arrivate al pronto soccorso «con evidenti segni di violenza fisica»
BARI - Avrebbe picchiato e maltrattato per anni la moglie e poi anche la figlia, che oggi ha poco più di quattro anni, fino a farle finire in ospedale a fine novembre. Per l’uomo, un extracomunitario da tempo in Italia, oltre all’inchiesta penale per maltrattamenti in famiglia, è arrivato ora anche un provvedimento cautelare a tutela delle vittime disposto dal Tribunale per i Minorenni di Bari: allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla madre e alla bambina e ai luoghi da loro frequentati per la durata - per il momento - di nove mesi.
La vicenda nasce da una segnalazione trasmessa dal Policlinico il 21 novembre scorso. Quel giorno la mamma e la bambina erano arrivate al pronto soccorso «con evidenti segni di violenza fisica» si legge negli atti. Dai colloqui svolti in ospedale, poi, erano emerse «reiterate condotte di violenza» durante la convivenza familiare da parte dell’uomo nei confronti della moglie, in carico dal 2023 ai servizi di salute mentale per «disturbo dell’umore» dovuto proprio alle problematiche coniugali.
Quando mamma e figlia sono state curate in ospedale, è venuto fuori che anche la bambina avrebbe subito le violente angherie del padre. Lui - hanno accertato le primissime indagini - avrebbe picchiato la minore causandole lesioni dopo averle fatto sbattere la testa e il naso su un mobile. Forse, è il sospetto e la preoccupazione dei magistrati minorili, non sarebbe stata la prima volta. E così si è reso necessario un provvedimento d’urgenza a tutela della bambina e anche della mamma. Il 12 dicembre, su richiesta della Procura minorile, il Tribunale ha disposto «l’immediato allontanamento del padre dall’abitazione familiare, con divieto di avvicinamento alla madre ed alla minore, ed ai luoghi da loro frequentati, per la durata di mesi nove». Non solo. I giudici hanno avviato un procedimento anche per valutare le «competenze genitoriali paterne» e, nel frattempo, hanno incaricato gli esperti del Csm della valutazione delle condizioni psico-fisiche della madre e del padre della minore, vietando ogni tipo di contatto tra la bambina e l’uomo, oltre al sostegno psicologico della madre nel suo percorso di donna vittima di violenza.