l’inchiesta

Neonato morto a Bari, verifiche anche sui tabulati telefonici. Nelle prossime ore sarà sentito il parroco

isabella maselli

Accertamenti che richiederanno qualche giorno e che saranno incrociati con i racconti di quanti hanno avuto un ruolo, a qualunque titolo, nella vicenda

BARI - Tabulati telefonici, verifiche tecniche sui sistemi di riscaldamento e di allarme e poi, naturalmente, l’esito dell’autopsia. Su questi accertamenti tecnici e scientifici si muove l’indagine della Procura di Bari relativa al neonato trovato morto la mattina del 2 gennaio nella «culla della vita» installata in una saletta adiacente alla chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco.

Accertamenti che richiederanno qualche giorno e che saranno incrociati che i racconti di quanti hanno avuto un ruolo, a qualunque titolo, nella vicenda: a partire dal parroco don Antonio Ruccia, al cui telefono era collegato l’allarme della culletta e che - ha spiegato fin dai primi minuti dopo il ritrovamento del corpicino senza vita - quella mattina non sarebbe scattato. Don Antonio il 2 gennaio era a Roma. Della tragedia è stato informato dai parrocchiani ed è stato lui, immediatamente, a spiegare di non aver ricevuto il segnale di allarme che avvisa di una presenza nella culletta termica. Come già successo nel 2020 e nel 2023, salvando la vita a due bambini. Il dispositivo, cioè, si attiva quando rileva un peso o un movimento, quindi si accendono l’impianto di riscaldamento e la telecamera e parte la chiamata al cellulare del sacerdote. Nulla di tutto questo sarebbe accaduto.

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