L'inchiesta
Mazzette all’Asl Bari, la Procura scopre i messaggi su Signal: «Cercavano di non farsi intercettare»
La geometra Sciannimanico e il dirigente Sansolini comunicavano su app criptate. Il Riesame su regali e tangenti: «Un’avidità incontrollata»
BARI - I 28mila euro in contanti frutto delle tangenti e le borse ottenute come regali dagli imprenditori erano nascosti nell’armadio della camera da letto, in un appartamento della caserma in cui Conny Sciannimanico, l’impiegata della Asl finita in carcere il 12 novembre con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abita con il marito carabiniere. Un posto che evidentemente la geometra (laurea presa in servizio in una università telematica) riteneva sicuro. Lo stesso posto in cui la 48enne barese aveva chiesto al Riesame di poter essere trasferita ai domiciliari. I giudici hanno detto «no», ed è per questo che ora l’unica possibilità che la donna ha di lasciare la cella è rispondere alle domande dei pm. E raccontare tutto.
La Procura di Bari ritiene infatti che per la Sciannimanico continui a sussistere la necessità della custodia in carcere: gli elementi sono in una informativa del 25 novembre che il procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani hanno depositato al Riesame. La donna aveva cominciato a utilizzare Signal, una app difficilmente intercettabile su cui ad esempio comunicava con l’ingegnere Nicola Sansolini (il dirigente finito in carcere e mandato ai domiciliari dopo aver confessato) chiedendogli di intercedere con il costruttore Giovanni Crisanti per ottenere lavori gratis nella villa al mare. Ancora, dice chi indaga, la Sciannimanico aveva preso «la costante abitudine di cancellare periodicamente i messaggi compromettenti». Provando a precostituire un alibi rispetto al possesso di borse di lusso che non ci si può permettere con uno stipendio da 1.300 euro al mese...