Dopo gli arresti
Tangenti e favori all’Asl Bari, Sansolini chiede scusa e va in pensione. La confessione: «Ho preso anche altri soldi»
L’ingegnere arrestato il 12 novembre nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bari: «Ecco come funzionava il sistema»
BARI - A casa gli hanno trovato 58mila euro, di cui 30mila erano nella villa al mare. Nicola Sansolini, 64 anni, ha ammesso che sono frutto delle tangenti prese in cambio degli appalti di manutenzione che l’ex capo dell’Area tecnica della Asl di Bari ha affidato dal 2021 e fino al giorno del suo arresto.
Un interrogatorio di tre ore, nel carcere di Bari, in cui l’ex dirigente ha ammesso tutti gli addebiti e probabilmente anche qualcosa in più. «Al netto di una piccola somma di cui posso dimostrare il possesso - ha detto Sansolini - quelli sono i soldi che ho percepito dagli imprenditori». E siccome le contestazioni contenute nell’ordinanza con cui il gip Giuseppe Ronzino il 12 novembre ha disposto 10 arresti è contestata una cifra minore, è evidente che in quelle mazzette potrebbe esserci il frutto di altre corruzioni.
«So di aver sbagliato e sono pentito», ha detto Sansolini davanti al procuratore Roberto Rossi e alla pm Savina Toscani che ne hanno chiesto l’arresto in carcere e che oggi dovranno esprimersi sull’istanza dell’avvocato Antonio La Scala: al termine dell’interrogatorio la difesa ha chiesto l’attenuazione della misura, con la concessione dei domiciliari. «C’è stato - dice il difensore - un atteggiamento molto leale e corretto nei confronti della Procura. L’ingegner Sansolini è molto provato dopo 15 giorni di esperienza carceraria».
Sansolini già venerdì scorso ha depositato la richiesta di andare in pensione, lasciando così l’impiego in Asl e dunque - per la difesa - facendo venire meno il pericolo di inquinamento probatorio riconosciuto dal gip per applicare la misura cautelare massima. Ad incastrarlo ci sono le immagini delle consegne dei soldi. L’ingegnere tarantino ha confermato tutto quello che non poteva smentire perché documentato dalle videocamere nascoste negli uffici e nelle auto. Ma si è anche difeso rispetto a due accuse di turbativa d’asta, dando una versione dei fatti diversa rispetto a quella ricostruita nelle informative. In un caso, ha spiegato, quella che sembrava una dazione di soldi da un imprenditore (Nelle immagini si vede il passaggio di mano di una busta) era semplicemente la consegna di alcune fatture: «Non mi costerebbe niente ammettere un’altra tangente, ma non è così».
Insieme a Sansolini sono in carcere il dirigente Nicola Iacobellis e l’impiegata Concetta Sciannimanico, oltre agli imprenditori Giovanni Crisanti (difeso da Cristian Di Giusto) e Nicola Minafra. Insieme all’imprenditore molfettese Ignazio Gadaleta (passato dal carcere ai domiciliari dopo aver ammesso di aver pagato) avrebbero messo su una associazione a delinquere per accaparrarsi i lavori della Asl di Bari in cambio di denaro e di altri favori. Nelle perquisizioni sono stati trovati più di 300mila euro in contanti, oltre che tracce degli acquisti di numerosi oggetti di lusso. Tutte circostanze su cui le indagini, non ancora concluse, dovranno provare a fare luce.
Il 12 novembre il gip ha disposto complessivamente 10 arresti a fronte di 17 indagati, ma il numero delle persone coinvolte è più ampio essendoci anche approfondimenti all’interno di altri enti (prevalentemente Comuni) in cui operavano Donato Mottola e Francesco Girardi, i due imprenditori coinvolti nel 2021 nell’inchiesta sugli appalti truccati nella Protezione civile. È proprio partendo dalle intercettazioni di Mottola che la Procura ha ascoltato le «trattative» con i dirigenti della Asl di Bari e con i funzionari di altri Comuni. Il giro di tangenti, dunque, potrebbe essere ben più ampio.