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Sicurezza e turismo selvaggio a Bari vecchia, l'appello delle associazioni: «Un tavolo per i problemi del quartiere»
Nel mirino di Fanelli (Acli Dalfino) anche la mancanza di controlli. E intanto salta l’unica messa celebrata nell’edificio di Santa Teresa dei Maschi: funzione per strada
BARI - Una conferenza di servizi dedicata alla Città Vecchia. A chiedere a gran voce un focus monotematico sul quartiere che purtroppo, «non da oggi sta perdendo la sua identità», è Michele Fanelli, presidente del circolo Acli Dalfino. Droga, aggressioni (come quella avvenuta sabato sera davanti alla chiesa di Santa Teresa dei Maschi, con un ragazzo straniero preso a calci e pugni da una baby gang), sporcizia, parcheggi selvaggi, motorini e bici elettriche tra i vicoli, b&b che spuntano ovunque. «Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi».
La scorsa settimana il Circolo Acli Dalfino, associazioni, cittadini hanno incontrato la presidente del Primo Municipio Annamaria Ferretti. «Le abbiamo chiesto di convocare quanto prima un tavolo ad hoc su Bari vecchia con tutti gli attori interessati, commercianti, ristoratori, residenti, associazioni e negozi storici per trovare una quadra. Così non si può più andare avanti». Tanti i punti all’ordine del giorno anche se, forse il punto è uno solo: «Il quartiere è sempre meno autentico». Una Città Vecchia sì, ma senz’anima è destinata a implodere. «Quanto alle bande dei giovani, il fenomeno sta diventando una emergenza, questi giovani insieme diventano una forza distruttiva, occorre intensificare la presenza istituzionale», prosegue Fanelli.
L’impressione, questione sicurezza a parte, è di vivere in una bolla. Il turismo rappresenta certamente una risorsa, ma in tanti, forse, troppi, s’improvvisano imprenditori magari liberando un sottano per farne un b&b. Mancano programmazione, visione, soprattutto servizi. Si avverte l’assenza di una regia che, insieme alla carenza dei controlli, sta cambiando in peggio il vero volto del quartiere simbolo del capoluogo.
E adesso saltano persino le tradizioni. Nell’edificio che ospita Santa Teresa dei Maschi non si celebrano più messe, tranne una, il 15 ottobre in onore di Santa Teresa. «Quest’anno non abbiamo avuto il permesso perché ci hanno riferito che in quei giorni non era possibile a causa di altri eventi già programmati. Siamo rimasti davvero molto dispiaciuti» spiega Nicola Violante titolare del panificio a due passi dalla chiesa, nel cuore del quartiere, che non poteva non chiamarsi Santa Teresa. Nicola, 75 anni appena compiuti, rappresenta la terza generazione dell’esercizio gestito da suo nonno prima e suo padre poi, attivo sin dal lontano 1950. «Non ci siamo persi d’animo di fronte al permesso negato, la funzione è stata celebrata davanti al mio panificio, per strada. Le tradizioni vanno rispettate».
«Non si può tornare indietro - conclude Fanelli dando uno sguardo al passato - molte cose si sarebbero dovute pensare prima, non è stato fatto e ora ne stiamo pagando le conseguenze. Occorre invertire la rotta per non inaridire il quartiere. Sino a qualche anno fa eravamo in 7-8mila a vivere a Bari vecchia, adesso tra turisti e strutture ricettive superiamo le 20mila unità. È logico dovere adeguare tutto, dai controlli agli aspetti igienico sanitari. Cacciare i residenti storici che amano un quartiere unico per fare posto ai b&b è uno schiaffo alla tradizione e fa male al futuro della Città vecchia. Solo per fare un esempio, qui ci curiamo noi delle 240 edicole votive, tra un po’ non lo farà più nessuno». Bari vecchia non vuole trasformarsi in una zona franca.