Il caso

Gravina, bufera per le nozze sul ponte di James Bond: «Celebrate in sicurezza?»

Marina Dimattia

L'idea di una coppia di sposi, lei dalla Russia, lui dall'Ecuador, è stata accompagnata dalle polemiche

GRAVINA IN PUGLIA – Abito bianco sul ponte acquedotto e scia nera di disappunto. Il primo è accaduto domenica mattina quando una donna russa e il suo compagno proveniente dall’Ecuador sono convolati a nozze sul genio mastodontico con affaccio mozzafiato; la seconda circostanza, cominciata il giorno della cerimonia nuziale, si porta tuttora dietro strascichi polemici, con un refrain comune «idea bella e originale, ma da quando sul ponte possono essere celebrati i matrimoni? E poi, sono state rispettate tutte le norme sulla sicurezza pubblica?».

Il riferimento è al disciplinare approvato nel 2019 dalla giunta gravinese per le celebrazioni con rito civile e unioni civili in luoghi diversi dalla casa comunale, che non prevede tra le location il Ponte Acquedotto (Ammesse, invece, le nozze al Castello Svevo; Chiostro della Chiesa di San Sebastiano; Officine culturali "Peppino Impastato" con annesso giardino; Complesso ex Monastero "Santa Sofia"; Chiesa Rupestre di Santa Maria degli Angeli; Fondazione "E.P. Santomasi"; Bastione Medioevale). Raccolte le voci dissonanti, a rivolgere una interrogazione agli inquilini di Palazzo di città, sindaco, presidente del consiglio comunale e giunta al completo è stato il consigliere comunale Saverio Verna, capogruppo del movimento politico #unabellastoria convinto che «l’aver consentito (o semplicemente tollerato) lo svolgimento di un matrimonio – fosse pure per un arco temporale di appena un paio d’ore – su un luogo pubblico o aperto al pubblico (per lo più di immenso valore storico), con inibizione di qualsiasi accesso (nella domenica d’autunno del FAI) a paesani, forestieri e turisti, ha rappresentato una forma di violenza e di mancanza di rispetto».

Il timore è anche un altro: in questi casi «è necessario il rispetto del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), che al suo articolo 18 prescrive la preventiva comunicazione al Questore, almeno tre giorni prima dell’evento. Alla comunicazione deve necessariamente seguire l’ordinanza sindacale (per la temporanea limitazione dell’accesso al Ponte), l’autorizzazione della Sovrintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio della Città Metropolitana, il pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico, la vigilanza delle Forze dell’Ordine, l’Assistenza di una Squadra di Pronto Intervento. Sono proprio curioso di sapere se tutto l’iter sia stato rispettato». A margine la richiesta di «stabilire le regole da applicare (con tutti) nell’ipotesi (non tanto remota) di richieste di utilizzazione del ponte, per feste private di ogni genere, per altri matrimoni, per le comunioni o per i compleanni, evitando di lasciare spazio all’anarchia». Prova a chiarire l’assessore Marienza Schinco: «Il vero matrimonio è stato celebrato qualche giorno prima – spiega – quello di domenica è stato solo un rinnovo delle promesse matrimoniali. La coppia si è rivolta agli uffici ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie. È stata una mattinata davvero emozionante e questo, oltre a riempirci di orgoglio – conclude - ci rende consapevoli della ricchezza che il nostro Ponte rappresenta per noi e per il Mondo intero!».

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