criminalità

Prostituzione, la mala barese mette le mani sul «business»

Luca Natile

Ragazze straniere, soprattutto romene, gestite da uomini collegati ai clan

BARI - Prostituzione, il fenomeno è in aumento e anche le famiglie della camorra barese da Japigia (gente vicina ai Palermiti), Carbonara e Libertà (Strisciuglio), stanno cercando di ritagliarsi la loro fetta di torta, gestendo in maniera diretta una parte delle ragazze (poche) «acquistate» dagli sfruttatori stranieri che le hanno portate a Bari oppure fornendo beni e servizi, alimentando una rete di prestatori d’opera, locatori, tassisti e amici degli amici a volte gente al di sopra di ogni sospetto. Un business nelle mani delle mafie straniere con ricchi dividendi che ora, secondo fonti accreditate e attendibili, stanno ingolosendo anche agli affiliati dei clan baresi.

A battere i marciapiedi di via Glomerelli e di via Buozzi, due delle strade a luci rosse più frequentate, sono arrivate nuove ragazze, più giovani che stanno cercando di mettere radici anche in via San Giorgio Martire.

Siamo nel perimetro del sesso a pagamento più interno alla città, tra il Quartierino e Stanic. Lontani da stadio, lungomare di San Giorgio e complanari luoghi oramai colonizzati dal giro dello sfruttamento. Un piccolo feudo controllato da uomini, quasi tutti romeni, sfruttatori-fidanzati-padroni-amanti, spesso molto ben inseriti, alcuni con lavori «regolari» e molti agganci. Sono loro a vendere le prestazioni delle loro donne agli sfruttatori italiani, ai quali garantiscono la qualità della «merce». Alcune di queste ragazze, sono minorenni, vengono comprate per ...

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