occupazione del suolo pubblico

Caccia ai «tavolini selvaggi» dei ristoranti Bari vecchia, tre locali chiusi per 5 giorni

Francesco Petruzzelli

Le attività sono state beccate a occupare spazi che misurano più del doppio rispetto a quelli autorizzati, intralciando il passaggio dei pedoni

BARI - Beccati a occupare gli spazi più del doppio rispetto a quelli autorizzati con tavolini e sedie quasi a intralciare il libero passaggio dei pedoni. In tre casi è scattata la sanzione e la successiva chiusura temporanea della attività.

Continua a Bari la caccia al «tavolino selvaggio», arredi per la somministrazione all’esterno dei locali posizionati oltre i limiti consentiti e che ormai invadono piazza, marciapiedi e vicoli. Questa volta la polizia locale, grazie a dei controlli a campione, ha scovato tre attività ristorative collocate a Bari vecchia che si erano per così dire «allargate» sui marciapiedi occupando più spazio pubblico. Alle tre attività in questione è stata prima elevata una sanzione da 172 euro con la contestuale diffida a ripristinare lo stato dei luoghi entro cinque giorni. Ma trascorso questo termine gli agenti del nucleo della Polizia Annonaria, guidati dal direttore Michele Cassano, sono tornati e hanno scoperto che l’irregolarità non era stata sanata. E così sono scattate le ordinanze di chiusura temporanea delle attività ristorative per un massimo di cinque giorni.

In un quarto caso invece gli agenti hanno scoperto un bar, sempre nella zona del centro storico, sprovvisto di Scia per la somministrazione di alimenti e bevande. In pratica abusivo. Il titolare risultava invece intestatario di Scia per il commercio in esercizio di vicinato in un altro indirizzo della città. La stessa attività era inoltre sprovvista di servizi igienici e così è scattato il provvedimento più duro, l’ordinanza di cessazione immediata, con divieto di prosecuzione, di ogni attività di somministrazione di alimenti e bevande abusivamente esercitata.

Quello del tavolino, al pari al caso dei gazebo, è uno dei casi che tiene banco in città da anni, acuito dalla ripartenza post Covid, quando sono state allargate le maglie burocratiche per consentire alle attività di guadagnare più spazi all’esterno e quindi più coperti per accogliere il maggior numero di clienti. Un allargamento delle occupazioni di suolo pubblico che però ha contestualmente creato anche qualche problema con le strade della movida diventate perenni tavole calde e bar a cielo aperto, diventando elementi di ostacolo al passaggio dei pedoni e dei residenti.

E non succede solo a Bari vecchia ma anche in altri quartieri ad alto tasso di movida come ad esempio l’Umbertino e Poggiofranco, ai quali con la stagione estiva si aggiungono le zone marine come Torre a mare, Palese e Santo Spirito. Per trovare un punto di mediazione alle esigenze di tutti, il Comune ha concesso le autorizzazioni per i parklet, piattaforme posizionate sugli stalli della sosta delle auto per consentire alle attività di lavorare meglio all’aperto, liberando così i marciapiedi e spazi comuni di libero passaggio. Parklet, dove posizionare tavolini e sedie, che consentono a bar e ristoranti sprovvisti di adeguati spazi interni e di attigui spazi esterni a ridosso dell’attività, di poter lavorare e somministrare cibo e bevande all’esterno. Parklet che al tempo stesso hanno creato però lo scontento degli automobilisti per la riduzione dei posti auto, specie in diverse zone del quadrilatero murattiano. A inizio anno la giunta comunale di Dedaro ha deciso di autorizzarli sino al 31 dicembre con procedure semplificate e il pagamento del canone delle occupazioni di suolo pubblico. «La logica che sottende il provvedimento - il ragionamento fatto dall’amministrazione comunale - è quella di ampliare lo spazio utilizzabile per l’installazione di sedie e tavolini all’aperto a fini della somministrazione di alimenti e bevande, incoraggiando ulteriormente la ripresa delle attività economiche e promuovendo la vivibilità dei quartieri».

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