Il caso
Comunali a Bari, «Campagna vietata alle associazioni convenzionate»: scatta la rivolta
Pec dei servizi sociali, Peruggini si appella al prefetto
BARI - Ha scatenato una rivolta la lettera con cui il direttore della ripartizione «Servizi alla persona» del Comune di Bari, Partipilo, ha ricordato il divieto, stabilito dall'art. 29 della legge 81 del ‘93, «a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di propaganda di qualsiasi genere, ancorché inerente alla loro attività istituzionale, nei 30 giorni antecedenti l'inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della stessa». Unica deroga ammessa, le comunicazioni «effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni». Divieto che, secondo il Comune, si applica a tutti «i soggetti gestori che erogano servizi dell'area welfare del Comune di Bari», i cui esponenti non possono fare campagna con tanto di volantini/schede o post su facebook.
Non la pensa così il presidente dell’Associazione Welfare e Levante, cui fanno capo diverse strutture socio-sanitarie convenzionate con il sistema pubblico. Anzi, Antonio Peruggini, candidato al consiglio comunale nelle liste di Forza Italia, parla di un vero e proprio «atto intimidatorio» e si rivolge al prefetto di Bari perché faccia luce sul caso. «In qualità di presidente di Welfare a Levante sono allibito - scrive in una pec inviata alla Prefettura - dall’iniziativa dell’assessorato al welfare, che tramite il suo direttore di Ripartizione invia disposizioni incostituzionali e che ledono clamorosamente la libertà dell’individuo. Al tempo stesso sono felice poiché da candidato alle prossime amministrative ed essendo impegnatissimo non certo da ora ma da lunghi anni a tutela di anziani, disabili e gestori di strutture, colgo questa iniziativa illegittima come una evidente debolezza che evidenzia il pericolo, per loro, di essere sconfitti nelle urne».