L'intervista

Melchiorre: «Con Romito liberiamo Bari dai cerchi magici»

Michele De Feudis

«Cadono come birilli i portatori di voti della sinistra. Il sindaco e il presidente della Puglia hanno grandi responsabilità politiche»

Senatore Filippo Melchiorre, il centrodestra rilancia la sfida con Fabio Romito. È il più giovane candidato sindaco di una grande coalizione a Bari dal 1995. Come si spiega questo salto generazione? Che apporto può dare alla complessa stagione politica in corso?

«Fabio Romito è la sintesi di un lungo e laborioso confronto di questi mesi fra tutte le anime del centrodestra e i cittadini baresi: dal mondo dell’associazionismo, alle imprese, dai sindacati al volontariato. Un confronto partito prima dalle idee, dalle proposte e dai programmi e, solo dopo, confluito sui nomi. Un processo esattamente contrario a quello fatto dal centrosinistra che, ad oggi, non solo non ha un programma, ma neanche il nome del candidato sindaco. Il nostro lavoro ha portato ad un risultato che punta ad un progetto di crescita politica, culturale e sociale di lungo corso per la città e la Regione».

La stagione della primavera pugliese è travolta dagli scandali. La sinistra vi ha ha accusato di voler cambiare le regole facendo saltare il voto di giugno. Piantedosi ha detto che non ci saranno rinvii. Erano truccate - come dicono le carte degli inquirenti - le precedenti elezioni regionali e amministrative?

«Su questo tema non ho alcun titolo per esprimere giudizi perché di competenza della magistratura e delle forze dell’ordine che ringrazio per il lavoro che stanno portando avanti sul territorio. Una cosa è certa, Decaro ed Emiliano hanno grandi responsabilità politiche in merito a quello che sta accadendo. Ad oggi non hanno ancora fatto ciò che di più semplice esiste: chiedere scusa ai baresi e ai pugliesi. Un dato di cronaca c’è, però: piano piano stanno cadendo come birilli tutti i portatori di voti eccellenti del centrosinistra. Quelli che definisco “zattere”, i “grandi elettori” che si spostano da una parte all’altra in base a dove si vince, salvo poi chiedere il conto. Mi chiedo, allora: senza questi “eccellenti” portatori di acqua Emiliano e Decaro avrebbero vinto le loro competezioni elettorali? La stagione della primavera pugliese è finita da tempo, da quando Emiliano e Decaro hanno favorito la pratica del trasformismo che è il cancro della politica»...

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