Il caso
Bari, volontariato in chiesa e giardinaggio, finisce nel nulla il processo per la corruzione elettorale nel Municipio 1
Il candidato al municipio che sosteneva Maurodinoia ottiene la messa alla prova. Elettori corrotti: 25 assolti, 11 condanne
BARI - In principio fu Carlo De Giosa, candidato consigliere al Municipio I del Comune di Bari per Sud al Centro alle amministrative del giugno 2019, mister preferenze con 494 voti. Un episodio solo in apparenza secondario nell’economia del presunto «sistema Cataldo». E questo non solo perché il «pentito» Armando Defrancesco individua in quel frangente un prima e un dopo nel modo di agire di «Sandrino». Proprio allora, «Cataldo Alessandro - questa la sintesi nelle carte del pensiero di Defrancesco - aveva cambiato sistema, preferendo procedere ad elargire i soldi per la compravendita dei voti direttamente ai tanti consiglieri comunali o di circoscrizione (...) come avvenuto con il consigliere circoscrizionale De Giosa».
Rileggiamo, allora, quella vecchia inchiesta per corruzione elettorale. Al centro c’era Carlo De Giosa, oggi 50 anni, e sua figlia Donata, oggi 25enne che, diciamolo subito, hanno da poco pagato il loro conto con la giustizia: il reato contestato, concorso in corruzione elettorale, si è appena estinto con l’esito positivo della messa alla prova. Di qui la sentenza di non doversi procedere. Padre e figlia, entrambi assistiti dall’avvocato Francesco Mancini, erano sostanzialmente accusati di avere promesso 25 euro in cambio del voto a De Giosa padre. Altre 44 persone, gli elettori coinvolti, erano invece accusati di...