L'iniziativa

Bari, studenti al cinema per "C'è ancora domani ": il biglietto lo paga il Comune

Proposto dell'assessore Paola Romano, approvato uno stanziamento di 8.400 euro per le scuole medie e istituti superiori per la visione del film di Paola Cortellesi.

BARI - Su proposta dell’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, la giunta ha approvato nei giorni scorsi uno stanziamento complessivo di 8.400 euro in favore delle scuole secondarie di primo e secondo grado (scuole medie e istituti superiori) per la visione del film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi.
Il provvedimento risponde alla volontà dell’amministrazione comunale di offrire agli studenti delle scuole cittadine la possibilità di assistere alla proiezione di una pellicola che propone spunti di riflessione significativi su un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che ha radici lontane e che negli ultimi anni ha assunto la dimensione di una vera e propria emergenza culturale e sociale.

Tutte le scuole riceveranno una pec in data odierna e potranno utilizzare il contributo sino a un massimo di 600 euro contattando direttamente gli esercenti cinematografici della città per concordare le date.

«Qualche sera fa, al termine del film “C’è ancora domani”, ho pensato dentro di me: grazie Paola Cortellesi, per aver rappresentato in modo così chiaro il legame tra patriarcato e violenza di genere - ha commentato sui social l'assessora alle Politiche giovanili Paola Romano -. Per questo abbiamo pensato che fosse utile promuovere il film nelle scuole della città, dando la possibilità alle scuole secondarie di primo e secondo grado di avere un contributo per l’acquisto di 2100 biglietti.
I dati italiani sulla violenza sulle donne sono agghiaccianti - continua -: secondo l’Istat circa una donna su tre ha subito violenza, fisica o psicologica. Ogni tre giorni una donna muore per femminicidio. È qualcosa di talmente radicato nella nostra società da rendere necessario un cambiamento culturale forte, che passa da misure materiali e immateriali. In questi anni, ad esempio, abbiamo supportato le ragazze e i ragazzi in una scelta consapevole della propria formazione, anche per superare il divario di genere nelle materie scientifiche, nell’accompagnamento al lavoro, con corsi per la genitorialità e allargando la disponibilità di posti negli asili nido, così come preziosi sono stati i momenti di incontro e formazione organizzati nelle scuole con i centri antiviolenza.

Per tutte queste ragioni - conclude - abbiamo ritenuto fosse importante favorire la visione di questo film al cinema, che ha il merito di far emergere, con parole chiare, il legame tra la cultura patriarcale e la violenza di genere, e come sia facile “normalizzare” la violenza domestica. Come ha detto Elena Cecchettin nel suo discorso “ciascuno di noi può fare qualcosa per combattere la violenza di genere: le istituzioni devono fare tantissimo e noi dobbiamo fare di più, ma anche ogni ragazzo, ogni ragazza può aiutarci a fare passi in avanti preziosi”. E sono certa che questo film possa favorire utili riflessioni. Voglio ringraziare Anec e le sale cinematografiche della città per essersi rese disponibili a organizzare la visione del film nelle loro sedi per l’orario curricolare. Indicheremo alle scuole le sale disponibili e loro potranno scegliere quella più adatta alla loro sede”.

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