Il caso

Marciapiedi rotti e buche a Bari, ecco quanto costano al Comune

Redazione Bari

Valanga di richieste danni anche se i dati 2023 (sino ad oggi) sono in diminuzione rispetto al 2022

BARI - C’è chi si fa male inciampando sul marciapiede a causa di una mattonella sconnessa; e chi rompe il semiasse dell’auto, tutta colpa dell’asfalto groviera. La tragedia in cui ha perso la vita Matteo Cappelluti, il 17enne morto dopo avere perso il controllo del suo scooter in corso Alcide De Gasperi, ripropone il tema della sicurezza delle strade cittadine. L’inchiesta della magistratura stabilirà se la morte del liceale dello Scacchi è dipesa dall’asfalto killer. L’ipotesi è al vaglio degli inquirenti. Tragedia a parte, quanti pedoni e automobilisti baresi alle prese con buche stradali e marciapiedi rotti, con esiti per fortuna meno gravi, ingaggiano una battaglia legale con il Comune?

I dati in realtà dicono che, contrariamente a quanto si possa pensare, i numeri sono in diminuzione: si è passati infatti dai 428 del 2021 ai 393 dell’anno scorso. Un trend confermato anche nei primi 11 mesi del 2023: sino ad oggi, i sinistri denunciati sono meno di 300 (293 per la precisione). Quasi tutti, peraltro, sono di importo inferiore alla franchigia, e dunque vengono gestiti dal Comune attraverso l’albo appositamente costituito. Solo un numero limitato (appena 6 nel 2023) sono di importo superiore alla franchigia, si tratta degli incidenti più gravi.

A proposito di franchigia, quest’ultima varia a seconda dell’appalto tra Comune e compagnia di assicurazione. Attualmente la soglia è di 15.000 euro, superata la quale interviene nella gestione della pratica il broker assicurativo.

Va anche detto che non sempre i sinistri sfociano in un contenzioso. Prima di arrivare a un verdetto, spesso la battaglia legale viene anestetizzata con transazioni giudiziali o extragiudiziali. Va precisato, inoltre, che a volte Palazzo di Città chiama in causa terzi soggetti, ad esempio chi sta effettuando lavori sulle reti e che rompe l’asfalto non a regola d’arte quando deve intervenire sulle condutture. Insomma, non è sempre colpa del Comune per la cattiva manutenzione. La gamma, quindi, è davvero molto ampia.

Stando ai dati resi disponibili dalla ripartizione Stazione unica appaltante, Contratti e Gestione lavori pubblici, confrontando il 2021 con il 2023 (anno che però non si è ancora concluso), emerge che i risarcimenti pagati dal Comune sono dimezzati. Si è passati da 431.384 euro del 2021, distribuiti quasi equamente tra risarcimenti riconosciuti da sentenze e invece concordati in fase stragiudiziale, ai 212.626 euro sborsati nel primi 11 mesi dell’anno che volge al termine.

Il dato del 2023 fa riflettere anche sotto un altro aspetto. Di questa somma, i risarcimenti derivanti da una transazione tra le parti (137mila euro) quasi doppiano quelli stabiliti da un giudice in sentenza (75mila euro). Quando cittadino e Comune litigano per sinistri stradali, forse è meglio chiudere trovando un accordo. 

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