richieste d'aiuto
Bari, disagio e povertà in aumento: «Questo sarà un Natale tra i più tristi»
Tataranni (Incontra): «Aiutiamo già 1.200 famiglie con beni di prima necessità»
BARI - «Sarà un Natale triste, molto più triste di qualsiasi altro. Le emergenze sono diventate una voragine che continua a crescere. In questi giorni terremo una riunione con tutti i volontari che collaborano con noi, chiederò loro un ulteriore sacrificio e sforzo per questi mesi di novembre e dicembre, oltre ai veri miracoli che già fanno». Michele Tataranni presidente dell'associazione Incontra allarga le braccia dallo sconforto, la situazione della povertà a Bari ha perso i connotati dell'emergenza per assumere quello della catastrofe.
«Noi ogni sei mesi ricalcoliamo i carichi delle domande di aiuto che ci arrivano, per fare il punto della situazione e calibrare le misure di sostegno, oltre alle forze che possiamo mettere in campo – spiega Tataranni -. Prima dell'estate avevamo in carico mille famiglie alle quali potevamo garantire un sostegno al vitto e beni di primissima necessità, oggi ne abbiamo già altre 200 che quotidianamente bussano alla nostra porta. Questo significa un incremento di richieste e bisogni del 20% in soli sei mesi. Mai vista una mole di persone così».
Le necessità dilagano e a tutti i livelli: tra le comunità migranti ed etniche che non riescono più ad autosostentarsi, tra i genitori soli con bambini piccoli, tra i tanti disoccupati. «I campi rom sono allo stremo – conferma Tataranni – e non parliamo poi dei senza fissa dimora. A queste fragilità, diciamo strutturate, ora si aggiungono quanti fino ad ora erano riusciti a stare a galla: il taglio drastico del reddito di cittadinanza ha ripiombato nella voragine una moltitudine di famiglie che comunque lavoro non ne hanno, non riescono più a trovare neanche qualche lavoretto a nero ed hanno perso quell'unico spiraglio che il sostegno dello Stato gli garantiva. E poi tante e ancora tante mamme sole, con figli piccoli. Vengono da noi e ci chiedono aiuto per poter avere un po' di latte per i bambini, per garantire anche solo un pasto al giorno ai figli».
La sede di Incontra al quartiere San Paolo è un centro di snodo dove le povertà sanno di poter trovare un minimo: c'è un piccolo market, una sorta di parafarmacia, un centro dove trovare abiti, una cartoleria per il materiale scolastico. «Ma ormai anche noi non riusciamo più a garantire questo minimo. Grazie al banco farmaceutico fino ad ora siamo riusciti a distribuire i farmaci da banco necessari, ma ad esempio da qualche giorno abbiamo dovuto affiggere il cartello che non abbiamo più tachipirina e antinfiammatori. Non era mai successo. E noi non è che regaliamo questi prodotti alla cieca, è sempre una distribuzione controllata».
Le famiglie per riuscire a sopravvivere hanno tagliato tutto: qualsiasi anche minima spesa sanitaria è impossibile, o l'istruzione per i ragazzi. «In magazzino ormai non abbiamo nulla. Niente farmaci, prodotti alimentari, pannolini per bambini, o pannoloni per anziani. Ci serve tutto». Alla sede di Incontra si accede con una tessera rilasciata a chi ne ha veramente bisogno. I volontari accolgono le richieste, verificano che i bisogni siano reali, anche recandosi a casa per vedere direttamente e capire la reale situazione.
«Noi cerchiamo di non dire no a nessuno, di rispettare la dignità di tutti, ma ogni giorno il nostro impegno sembra sempre più inefficace. Qualche giorno fa una mamma con due bambini piccoli è venuta da noi a chiedere se quest'anno ci sarebbe stata la possibilità di avere un panettone, per festeggiare il Natale, per far assaggiare il dolce ai bambini. Io ad oggi non ho una risposta per questa donna e per tutti quelli come lei. Sono molto preoccupato. Stiamo cercando di aiutare un'altra famiglia che non ha mobili se non un frigorifero ed un letto, neanche un tavolo su cui mangiare. Le povertà ormai sono associabili alla disperazione».
Il presidente di Incontra ne approfitta per lanciare un appello alle imprese sul territorio: «Vi prego, abbiamo veramente bisogno di aiuto, dal cibo ai panettoni per garantire il fabbisogno delle nostre famiglie, all'abbigliamento invernale, medicinali, materiale scolastico. In questi giorni avvieremo le nostre collette per le coperte che distribuiamo ai senza fissa dimora, di abiti caldi, anche giocattoli usati per poter organizzare i doni di Natale ai più piccoli. Spesso le imprese ci contattano per donazioni in soldi, per carità diciamo grazie a tutti, ma ci serve materiale. La mia è una preghiera accorata, almeno per Natale dateci una mano o saranno feste tristissime per migliaia di persone».