Edilizia giudiziaria
Bari, demolite tutte le ex casermette, il parco della giustizia accelera
Abbattuti 26 edifici per fare spazio a tribunali e area a verde. Stanziati 405 milioni da Ministero e Agenzia del Demanio
BARI - Le caserme militari Milano e Capozzi furono costruite negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale per accogliere e addestrare il personale militare appena reclutato per il successivo invio nelle campagne di Russia e del Nord Africa. Oggi dei 26 fabbricati sui circa 140mila metri quadri dei due compendi, collegati tra loro da un ponte pedonale, non resta più nulla.
Lì dove, tra alberi e pini anche secolari, sorgevano le camerate e i depositi di armi, ora ci sono cumuli di macerie e terra battuta. Su quei suoli nel cuore del quartiere Carrassi, attraversati da via Alberotanza che divide e collega le ex casermette dismesse, tra un anno inizieranno a prendere forma i nuovi edifici giudiziari.
Le demolizioni propedeutiche al cantiere per la realizzazione del futuro Parco della Giustizia sono quasi terminate. Le 26 strutture militari sono state tutte abbattute e nelle prossime settimane, per consegnare l’area al Demanio pulita e rasa al suolo, pronta ad ospitare il nuovo cantiere, si concluderanno le ultime attività, che riguardano viali, cordoli, muro di cinta, gli alberi pericolanti (della vegetazione presente nell’area, saranno abbattuti 105 alberi, perché morti, infestati o infestanti).
LE DEMOLIZIONI - La società Idea che si è aggiudicata l’appalto per l’abbattimento delle due ex Caserme sta utilizzato misure innovative e sostenibili per consentire la rimozione e il trattamento sicuro delle materie, facilitandone il reimpiego per un valore pari a oltre il 90 per cento. Non solo: vengono adottate misure di contenimento per ridurre la dispersione di polveri in ambiente fuori dall’area di lavorazione, con un sistema di rilevazione di polveri e di rumori e un sistema di monitoraggio ambientale. Sono state realizzate anche vasche di raccolta delle acque piovane ed è quella stessa acqua che poi viene nebulizzata per ridurre la dispersione delle polveri, oltre ai «lavaruote» che consentono ai mezzi e macchinari in uscita dal cantiere di non portare all’esterno i detriti dei lavori. Nel giro di pochi mesi tutte le strutture in muratura sono state demolite. Lungo la parte di muro esterno dell’ex compendio militare ancora in piedi, dipinta di verde per dare un’idea del parco che lì sarà ospitato, sono stati sistemati pannelli che raccontano il progetto, spiegando con le immagini come sarà trasformata quell’area.
IL PROGETTO La caserma Capozzi, quella più a sud, ospiterà i palazzi di giustizia, quattro immobili disposti come i petali di un quadrifoglio; la Milano sarà interamente destinata a verde, creando un corridoio ideale che allungandosi fino al parco 2 Giugno salirà fino al mare. Stando al progetto che ha avuto l’ok dalla conferenza di servizi indetta dall’Agenzia del Demanio (stazione appaltante dell’opera), la superficie costruita passerà dall’attuale 87% al 30% e l’area verde dal 13 al 68%, con circa 900 alberi tra nuove piantumazioni e recupero del verde presente. Un’opera da 405 milioni di euro (382 milioni già stanziati dal Ministero della Giustizia e la restante quota con fondi dall’Agenzia del Demanio).
IL CRONOPROGRAMMA Attualmente è in corso la progettazione definitiva dell’intera opera, affidata all’equipe di progettisti guidata da Atelier(s) Alfonso Femia con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia, che durerà fino ad aprile. Poi prima dell’estate 2024 sarà pubblicata la gara per l’appalto integrato ed è prevista la posa della prima pietra all’inizio del 2025. Partiranno cinque cantieri paralleli: quello del parco verde, che sarà consegnato per primo entro fine 2025 (e poi sarà gestito e manutenuto dal Comune), e i quattro lotti che costituiranno i quattro edifici giudiziari, suddivisi per funzioni (Tribunale penale, Tribunale civile, Corte d’Appello, Tribunale per i Minori con Sorveglianza e Giudice di pace). Tutto sarà finito, assicurano dal Demanio, entro dicembre 2026.