Il termometro del Palagiustizia

Bari, crisi economica: «In tanti sommersi dai debiti, il fenomeno è in aumento»

Giovanni Longo

Il presidente del Tribunale: 518 esecuzioni immobiliari, 3.600 le mobiliari

BARI - Mai come nel caso delle procedure esecutive immobiliari i numeri possono risultare fuorvianti. Sulla carta sono in diminuzione, ma il dato viene più che compensato da procedure alternative di composizione negoziata della crisi a partire dal sovraindebitamento in grande espansione. Di certo, corridoi e aule del palazzo di giustizia di piazza De Nicola, sede del Tribunale civile diventano sempre più spesso il luogo in cui approdano consumatori e persone fisiche che non ce la fa ad onorare i propri debiti. La crisi continua a mordere il freno. Il termometro giudiziario lo conferma. «Le procedure esecutive immobiliari sono in netto regresso da una media di 800 nel periodo ante covid alle 518 registrate tra il 1° luglio 2022 e il 30 giugno 2023, ma questo non è affatto il sintomo di una ritrovata floridezza economica nel circondario», premette il presidente del Tribunale di Bari Alfonso Pappalardo.

A pesare nella valutazione del fenomeno, infatti, sono le «forme di definizione del debito diverse rispetto alle procedure esecutive quali il concordato breve e il sovraindebitamento, «spia» di un momento molto difficile per l’economia», aggiunge Pappalardo. E quando un immobile finisce all’asta, non è detto che tutte le vendite vadano a buon fine. La situazione è a macchia di leopardo. Le esecuzioni, in un certo senso, «seguono» il trend del mercato immobiliare. «Gli immobili in zone di pregio del capoluogo o in realtà a vocazione turistica dalla Valle d’Itria a Monopoli e Polignano si vendono facilmente e i creditori riescono ad essere soddisfatti, in altre meno appetibili o poche servite le aste vanno deserte».

Un quadro complicato anche perché, ai fini di una valutazione complessiva, non vanno dimenticate le procedure di esecuzione mobiliare «altro segnale di una situazione economica nel circondario piuttosto sofferente. Basti pensare ai pignoramenti presso terzi in cui vien pignorato un quinto dello stipendio del lavoratore dipendente che non riesce ad adempiere alle sue obbligazioni. Dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023 sono state registrate 3.600 esecuzioni mobiliari», precisa il presidente del Tribunale.

Da un lato l’aspetto sociale ed economico, dall’altro quello professionale. Se le leggi impongono il contributo di figure sempre più specializzate in grado di affiancare al meglio il giudice delegato alla procedure, le professioni si adeguano. Anche perché alcune novità legislative come quelle in tema di custodi e delegati alla vendita giudiziaria degli immobili possono rappresentare una opportunità di lavoro per gli avvocati alle prese con un «mercato legale» che non offre più grandissime opportunità come un tempo.

Ordine degli avvocati e Scuola forense hanno organizzato un corso di specializzazione per delegati alla vendita da tutto esaurito: ben 400 iscritti in vista della iscrizione entro il 1° novembre nell’apposito albo. Allargare la platea significa anche ruotare di più gli incarichi. «Il Tribunale è fortemente impegnato ad evitare concentrazioni anomale magari a non più di 50 professionisti. Benissimo intercettare altri professionisti qualificati, anche se non va dimenticato che l’incarico è sempre fiduciario da parte del giudice che deve avere una discrezionalità nella designazione del suo ausiliario. Personalmente ho emanato una circolare interna fissando limiti quantitativi annui. Peraltro ci sono incarichi più remunerativi di altri e anche su questo cerchiamo di porre molta attenzione nella distribuzione. Ritengo sia necessario dare opportunità e puntare a un ricambio generazionale. Una maggiore rotazione degli incarichi potrà creare malumori tra alcuni professionisti, ma la ritengo una scelta obbligata».

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