La sentenza

Bari, naufragio Norman Atlantic: condannati 3 dei 32 imputati, anche comandante e primo ufficiale

Il naufragio avvenne al largo delle coste albanesi nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014 e causò la morte di 31 persone ed il ferimento di 64 passeggeri

BARI - Il Tribunale di Bari ha condannato tre dei 32 imputati al termine del processo per il naufragio del traghetto Norman Atlantic. Sei anni di reclusione per il comandante della nave Argilio Giacomazzi, 5 anni e 4 mesi per il primo ufficiale di macchina, Gianluca Assante, tre anni per il membro dell’equipaggio Francesco Nardulli.

Il naufragio avvenne al largo delle coste albanesi nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014 e causò la morte di 31 persone ed il ferimento di 64 passeggeri. Il pm aveva chiesto 23 condanne (tra i nove anni e tre mesi di reclusione) ed un’assoluzione. Disposte assoluzioni e la prescrizione per alcuni reati. 

Il Tribunale (presidente Marco Guida) ha condannato i tre imputati per il solo reato di naufragio colposo escludendo le aggravanti contestate e riconoscendo in loro favore le attenuanti generiche. Giacomazzi e Assante sono anche stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e interdetti legalmente durante la pena. Nardulli è stato interdetto per 5 dai pubblici uffici. L’armatore Carlo Visentini è stato assolto dal reato di naufragio per «non aver commesso il fatto», mentre per gli altri reati che gli venivano contestati è stato disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Assoluzione anche le compagnie Visemar di Navigazione srl e Anonimi naftiliaki eteria kritis (Anek) per insussistenza degli illeciti contestati. 

IL PROCURATORE ROBERTO ROSSI «GRANDE SODDISFAZIONE»

«Grande soddisfazione» viene espressa dal procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, per la sentenza del processo Norman Atlantic, conclusosi oggi con la condanna di tre dei 32 imputati, per molti dei quali il Tribunale ha disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei reati, per altri deciso per l’assoluzione.
«E' stato accolto - continua Rossi - l’impianto accusatorio. Purtroppo questa tipologia di reati è difficilmente compatibile con il nostro ordinamento. Nonostante il lavoro enorme dei giudici, si è dovuta dichiarare la prescrizione. «Per quanto riguarda gli armatori greci, questi sono stati già condannati in Grecia», conclude il procuratore riferendosi alla decisione dei giudici di dichiarare il "non doversi procedere" nei confronti di Fantakis Pablos, Chatzavramidis Lazaros, Sotiropoulos Dimosthenis, Katsanevaki Georgios e Vardinogianni Ioannis «per violazione del divieto di secondo giudizio».

LA DIFESA: «L'ASSOLUZIONE DI VISENTINI ERA NELL'ARIA»

«Il risultato era nell’aria, gli atti processuali non consentivano la condanna di Carlo Visentini (legale rappresentane della Visemar, ndr) e dei tanti imputati assolti. Ora aspetteremo le motivazioni, che ci aspettiamo in linea con le nostre tesi». Lo ha detto, dopo la sentenza per il naufragio della Norman Atlantic, l’avvocato Filiberto Palumbo. Per Visentini, come per Argilio Giacomazzi, la Procura aveva chiesto la condanna a nove anni.

Non ha voluto, invece, rilasciare dichiarazioni Giacomazzi, comandante della Norman Atlantic condannato oggi a 6 anni di reclusione. Silenzio anche da parte degli avvocati del primo ufficiale Gianluca Assante (condannato a 5 anni e 4 mesi) e del marittimo Francesco Nardulli, condannato a tre anni.

Diverso stato d’animo per i legali degli altri imputati assolti: «Il primo ufficiale Luigi Iovine era fortemente provato per l’emozione, confidava in un provvedimento giusto che per fortuna è arrivato. È stata una vicenda lunga e pesante, lui ha fatto il possibile e anche di più per trarre in salvo centinaia di persone. Siamo pienamente soddisfatti», ha detto il suo avvocato, Giorgio Terranova.

«È un ottimo risultato, il Tribunale ha riconosciuto che la responsabilità della Visemar non sussiste come abbiamo più volte detto in aula. Siamo contenti», è il commento di Luca Castellaneta, difensore della compagnia di navigazione proprietaria dell’imbarcazione.

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