A N’derr La ‘Lanz

Bari, aperitivo a base di allievi, cozze e ostriche? 20 euro a piatto

Carmen Palma

Turisti alla ricerca dell’«esperienza» alla barese. Ma niente scontrino

BARI - «È fresco questo pesce?» «È fresco? E certo che è fresco». Lapalissiano. Con i frutti di mare conservati in vaschette o già esposti nei piattini di plastica, la «colazione alla barese» è ormai un must dell’esperienza turistica nel centro del capoluogo. Specialmente lì, “Nderr La ’Lanz, il luogo della baresità per eccellenza. Tanto che, già dalle dieci del mattino, i gruppi appena sbarcati dalle crociere si fermano sul piccolo molo San Nicola, la sera ritrovo dei più giovani e al mattino teatro di polpi sbattuti sulla pietra. E di consumazioni casarecce: ostriche, gamberi, ricci, allievi, cozze sono solo alcuni dei prodotti proposti dai pescatori, che garantiscono sulla freschezza del pesce (così, a fiducia). Il tutto accompagnato da limone, pane e Peroni ghiacciata.

I gruppi di turisti arrivano ad ondate, sempre più grandi. Prima le coppie, poi tre, quattro e via salendo, e più l’ora si fa tarda, più è difficile tenere il conto dei clienti. Non c’è un prezzo fisso per i piatti, dipende da ciò che uno desidera, ma in pochi vanno via da lì sborsando meno di venti euro a testa. Di scontrino fiscale, però, neanche l’ombra.

Facendo un calcolo forfettario, in pochi minuti un gruppo di una decina di turisti stranieri avrà fruttato circa 150 euro, restando bassi. A spendere di più sono soprattutto loro, vuoi l’entusiasmo dell’esperienza «autentica», vuoi la barriera linguistica, mangiano abbondante e si godono il loro piatto lì, attorno a un tavolo ormai fisso a loro uso e consumo. Ma non prima di aver fotografato il più possibile quell’angolo di molo, tra gli anziani che giocano a carte e le ostriche maneggiate (con i guanti, va detto) proprio davanti a loro. In questo non sono da meno i turisti italiani, pur in percentuale minore (senza troppe domande sul pesce che stanno per mangiare, l’impellenza di fotografare il vecchio pescatore che sbatte il polpo è più forte).

Insomma, quella del molo Nderr La’Lanz è diventata una tappa ormai obbligata per i visitatori (i loro pullman parcheggiano proprio lì di fronte), sempre nel solco di quel turismo esperienziale su cui Bari ha puntato molto. «San Nicola proteggici dai ricci vuoti», si legge in un manifesto scritto in dialetto all’ingresso del molo. Un messaggio simpatico sì, ma anche dal sapore agrodolce, considerando che, nel frattempo, proprio sui ricci che tanto piacciono ai turisti in Puglia si è creato un vuoto istituzionale non da poco, visto che a marzo il consiglio regionale, quasi all’unanimità, aveva approvato la legge che sospendeva la pesca, anche sportiva, dei ricci di mare.

La norma impone fino al 2026 il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare. Il Consiglio dei Ministri, mosso dalle proteste dei pescatori, ha «deliberato di impugnare la legge della Regione Puglia» annullando il provvedimento in vigore dal 5 maggio. Quindi è atteso il giudizio della Corte costituzionale, che non avverrà prima del prossimo anno e non vedrà la Regione costituirsi in difesa della legge. Il risultato è che lo stop al riccio è vigente ma senza sanzioni, perché la giunta non ha mai emanato il regolamento, e comunque decadrà presto.

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