Solidarietà

Caritas Conversano-Monopoli, un progetto di aiuto alle donne vittime di violenza

Antonio Galizia

«Microcredito di libertà» è stato presentato oggi a Roma

CONVERSANO – La Caritas della diocesi Conversano-Monopoli è la sede pugliese di riferimento, tra le 20 individuate su tutto il territorio nazionale dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, per l’attuazione del progetto nazionale di aiuto alle donne vittime di violenza economica e domestica. «Microcredito di libertà» è stato presentato oggi, 16 giugno, alle 10,30 a Roma nel Teatro dei Ginnasi, dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria Roccella; intervenuti tra gli altri don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana; per Abi Giovanni Sabatini; per Federcasse Claudia Benedetti. Ci saranno i rappresentanti del mondo finanziario che hanno aderito al progetto, dell’associazione Unigens, dei Cav – Centri antiviolenza, di reti contro la violenza di genere e associazioni di promozione femminile.

«Si tratta di un grande progetto nazionale di aiuto – ha dichiarato il ministro Roccella - con il microcredito sociale e imprenditoriale, rivolto alle donne vittime di violenza domestica ed economica. Microcredito di libertà coinvolge Caritas italiana e 20 Caritas diocesane (una ogni regione, Conversano per la Puglia) nella realizzazione del progetto per il quale è stato stanziato un fondo specifico di 3 milioni di euro destinato al microcredito sociale».

L’accordo con Caritas italiana, l’Ente nazionale per il microcredito, Abi e Federcasse è diventato operativo in questi giorni: prevede aiuti alle donne con un finanziamento di massimo 10mila euro che può essere usato per corsi di formazione professionale, per le spese di casa o della famiglia. Con il microcredito imprenditoriale si aiutano invece le donne ad aprire un’attività. I Centri antiviolenza segnaleranno le donne ai 20 centri di ascolto Caritas selezionati, tra cui Conversano, Aosta, Vigevano, Vicenza, La Spezia, Frosinone, Terni, Pistoia, Chieti, Ferrara, Pordenone, Potenza, Sorrento, Catanzaro.

«Vogliamo aiutare le donne vittime di violenza, anche economica – spiega don Pagniello -. Spesso sono persone costrette ad intestarsi attività oppure non possono mai aprire un conto, non sono padrone dei soldi e quando lasciano i mariti rischiano di non avere un’autonomia. Spesso la violenza economica impedisce loro di avere il ruolo di chi tiene i conti in famiglia. Questo le isola perché non hanno ricevuto una buona educazione finanziaria, non sanno gestire un bilancio familiare».

Questo riguarda, in particolare le donne straniere. L’aspetto interessante del progetto è che chi li riceve viene accompagnato. Gli operatori delle diocesi faranno colloqui con le donne, le aiuteranno nella compilazione del bilancio familiare, valuteranno i loro bisogni e la cifra necessaria. È una forma di educazione finanziaria e anche un sussidio economico. Sarà anche possibile sospendere la restituzione per un periodo, per aiutarle ad avere liquidità. Il valore del microcredito, rispetto ai progetti a fondo perduto, è nell’educazione al valore dei soldi e nella capacità di risparmio. Le donne si sentono rafforzate nella consapevolezza di essere capaci di diventare autonome, di pagare un debito, di risparmiare». Sui 3 milioni di euro del fondo, 500mila saranno usati per abbattere i tassi di interesse (il microcredito sarà a tasso zero), in collaborazione con le banche che hanno aderito. Ad oggi sono 14 le banche territoriali (Credito cooperativo, Popolari e Unicredit) aderenti: erogheranno i fondi, che passeranno dal Dipartimento all’Ente nazionale per il microcredito alle banche.

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