L’imposta sul turismo
Bari, tassa di soggiorno a rilento: entra in vigore dopo l’estate?
Si allunga l’iter amministrativo che dovrebbe portare all’introduzione
BARI - Un iter amministrativo per nulla in discesa. Si attendono gli ultimi pareri dei Municipi – stanno arrivando in ordine sparso e non senza qualche prescrizione e distinguo – e il via libera dalle commissioni consiliari. Poi il testo dovrà trovare spazio in un già affollato ordine del giorno del Consiglio comunale, chiamato a varare il regolamento istitutivo, mentre alla giunta toccherà la delibera sulle tariffe. Il tutto entrerà poi in vigore, come stabilisce la legge, solo dopo due mesi. In pratica nei 60 giorni successivi. E calendario alla mano significherebbe dover attendere almeno il mese di luglio, ma a patto che tutti i passaggi comunali si esauriscano entro la fine di maggio. Una previsione sin troppo ottimistica se non improbabile.
Potrebbero allungarsi i tempi per l’introduzione dell’imposta di soggiorno. Il nuovo balzello, abbozzato dall’amministrazione comunale, per capitalizzare le presenze record di turisti e visitatori. Gli stessi che anche in questo ponte del primo maggio hanno preso d’assalto le strutture alberghiere e i b&b, ma senza dover pagare alcuna tassa per ogni giorno di pernottamento, come invece già accade da anni in altre città.
Come funzionerà l’imposta Lo schema immaginato da Palazzo di Città, e che ha recepito anche alcune indicazioni delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali dopo un lungo confronto, a tratti anche acceso, prevede diverse tariffe a secondo del tipo di alloggio. Si partirà da un euro e 50 per i due stelle, due euro per i 3 stelle e i bed and breakfast, 3 euro per i quattro stelle e 4 euro per i cinque stelle (casistica molto rara in città essendoci al momento solo una struttura con questa classificazione). La tassa sarà pagata solo nei primi tre giorni consecutivi, rispetto agli iniziali quattro previsti nella bozza. Ma non solo. Saranno soggette all’imposta una serie di soluzioni ricettive «anche all’aria aperta – si legge nella delibera - quali campeggi, agriturismi, strutture di turismo rurale, aree attrezzate per la sosta temporanea, bed & breakfast, case vacanze, case ed appartamenti per vacanze, esercizi di affittacamere, case per ferie, residenze turistico-alberghiere, alberghi, villaggi turistici, ostelli, alloggi vacanze, immobili occasionalmente usati a fini ricettivi, alberghi diffusi e gli immobili destinati alla locazione breve».
Non pagheranno gli ospiti sino ai 14 anni (la bozza comunale si fermava agli under 12) e diverse categorie come i pendolari di trattamenti sanitari e accompagnatori, volontari di protezione civile, studenti fuorisede, concorsuali, disabili, agenti di polizia e vigili del fuoco che pernottano per ragioni di servizio, autisti e accompagnatori turistici.
GETTITO E DESTINAZIONE - Il Comune conta di incassare almeno 2 milioni all’anno in base agli ultimi dati disponibili sulle presenze: 916.640 presenze turistiche nel 2019 (di cui 413.661 stranieri) e 624.271 nel 2021 (di cui 237.637 stranieri). Non figura chiaramente il 2020 per l’emergenza Covid. Il pagamento dei proventi della tassazione sarà garantito con cadenza trimestrale e gli incassi andranno a finanziare, si legge nella prima parte del regolamento «interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali nonché dei servizi pubblici locali». In sostanza risorse per rendere più attrattiva la città e non certo per coprire i buchi di bilancio o delle aziende partecipate.
I PARERI DEI MUNICIPI - Sono già tre, il Municipio II Picone-Poggiofranco-Carrassi, il Municipio IV Carbonara-Ceglie e il Municipio III San Paolo-San Girolamo ad aver espresso parere favorevole. Quest’ultimo qualche giorno fa ha inserito un emendamento stabilendo che «le somme derivanti dagli incassi dell’imposta vengano destinate alla valorizzazione dei municipi periferici attraverso eventi culturali, sportivi e turistici» come cinema all’aperto, concerti e manifestazioni varie. Ora si attendono solo i pareri dei Municipi al cui interno insiste il maggior numero di strutture alberghiere ed extra, come il Municipio I (quindi Murat, Bari vecchia, Libertà, Madonnella e Torre a mare) e il V Palese-Santo Spirito. «Noi porteremo la delibera in Consiglio martedì 2 maggio» annuncia il presidente del I Municipio Lorenzo Leonetti. «Anche noi ci siamo quasi – conferma Vincenzo Brandi, presidente del V Municipio –. Il testo ha già avuto parere favorevole in commissione, ma con un emendamento: destinare al nostro capitolo municipale marketing e comunicazione territoriale gli introiti della tassa di soggiorno incamerati dalle strutture alberghiere che insistono nel nostro Municipio».
Insomma, una sorta di federalismo municipale: ciò che si incassa a Palese e Santo Spirito deve restare tra le mura di casa e non andare alla casa madre del Comune. Ma in tutti i Municipi si preannuncia battaglia sui delegati: su chi dovrà sedere al tavolo del «comitato di indirizzo», l’Osservatorio previsto all’articolo 14 del regolamento della tassa di soggiorno. Diversi consiglieri e presidenti municipali chiedono infatti «un maggior coinvolgimento dei territori» specie nella gestione degli incassi.
I TEMPI - Per centrare l’obiettivo «partenza della tassa in estate» bisognerà quindi accelerare l’iter e chiuderlo entro fine maggio. E da qui attendere quindi fine luglio. Il decreto «Cresci italia» di Monti nel dicembre 2011 prevede infatti (all’articolo 13 comma 15 quater) che «a decorrere dall’anno di imposta 2020, i regolamenti e le delibere di approvazione delle tariffe relativi all’imposta di soggiorno e al contributo di sbarco hanno effetto dal primo giorno del secondo mese successivo a quello della loro pubblicazione». Il rischio è che alla fine il tutto possa slittare tra fine agosto e gli inizi di settembre.