Il caso

Bari, donna va in ospedale al San Paolo e prende a schiaffi dottoressa, minacciati gli operatori. Dg Sanguedolce: «Denunciamo, gesti così non possono restare impuniti»

È il secondo episodio dopo pochi giorni dall'aggressione da parte del papà di un bambino nei confronti di un medico all'ospedaletto pediatrico Giovanni XXIII

BARI - Ancora un'aggressione ai danni di un medico a Bari: ieri pomeriggio al Pronto Soccorso dell'ospedale San Paolo del capoluogo, una donna, parente di un paziente visitato da una dottoressa il giorno prima, sarebbe tornata indietro e l'avrebbe presa a schiaffi, minacciando di morte lei e gli altri operatori sanitari.

Tutti sono stati costretti a rifugiarsi nelle stanze. È il secondo episodio dopo pochi giorni dall'aggressione del papà di un bambino all'ospedaletto pediatrico Giovanni XXIII.

UN TESTIMONE:«VOLEVA SFONDARE LA PORTA»

«La donna è tornata in pronto soccorso e ha iniziato a inveire con violenza contro la mia collega, colpendola con uno schiaffo talmente violento da procurarle una distorsione cervicale. Sono intervenuta per tentare di calmare la parente del paziente ma la sua rabbia è solo cresciuta. Ci siamo barricate nella stanza rossa ma per venti minuti ha colpito con calci e pugni la porta nel tentativo di sfondarla, minacciandoci con frasi come "ti vengo a prendere a casa, ti ammazzo". La situazione è andata avanti sino all’arrivo della volante della polizia. Se abbiamo avuto paura? Sì, ne abbiamo avuta e molta». E’ il racconto della dottoressa Marcella Granieri che era presenta all’aggressione subita ieri da una sua collega nel pronto soccorso dell’ospedale San Paolo da parte di un parente di un paziente assistito il giorno prima. Le parole della dottoressa sono riportate in un comunicato del sindacato Anaao Assomed Puglia.

I due medici sarebbero stati pesantemente minacciati con frasi come: «Ti taglio la testa, sarò il tuo incubo». «La sera prima - racconta ancora Granieri - il parente della donna era arrivato in pronto soccorso. Dopo tutti gli accertamenti e un consulto chirurgico, abbiamo prescritto la cura e dimesso il paziente, perché abbiamo riscontrato una patologia che non aveva carattere di urgenza e non necessitava di ricovero». Ma il giorno dopo, per motivi ancora non chiari, la donna, parente del paziente, è tornata in ospedale. «Ciò di cui abbiamo bisogno - spiega Granieri - è un presidio h24 delle forze dell’ordine. Purtroppo, sulla carta, dovrebbe essere garantita la presenza degli agenti per 12 ore al giorno, ma la domenica non c'è mai nessuno. È necessario, invece, intensificare la presenza della polizia perché le guardie giurate, da contratto, non possono intervenire in casi come questi».

ANAAO ASSOMED: «BISOGNA ASSUMERE PERSONALE»

 «Siamo vicini alle colleghe, ancora profondamente scosse dall’accaduto. Stigmatizziamo quanto sta avvenendo con sempre maggiore frequenza nei nostri ospedali. Per questo chiediamo con forza che ci sia, da parte della Asl, una presa di posizione decisa». E’ quanto dichiara la segretaria aziendale Anaao Assomed Asl Bari, Silvia Porreca, dopo l'aggressione. «Bene ha fatto - aggiunge - la direzione generale a denunciare penalmente l’accaduto ma, da ora in avanti, bisogna procedere d’ufficio. Sino ad oggi troppi medici, infermieri e operatori hanno rinunciato a presentare formale denuncia per la paura di essere soli davanti a persone così violente. Ma serve di più. Occorre assumere nuovo personale che permetta di decongestionare le sale d’attesa perché spesso è lì che iniziano a maturare sentimenti di rabbia e nervosismo». «E non ultimo - conclude - chiediamo che la Azienda sanitaria locale faccia seguito alle promesse fatte e doti quanto prima tutto il personale del meccanismo che, con un semplice bottone, invia automaticamente la chiamata alle forze dell’ordine per un intervento tempestivo. Non possiamo continuare a indossare il nostro camice in un clima di paura». 

IL DG SANGUEDOLCE: «PROCEDIAMO ALLA DENUNCIA»

La direzione generale della ASL di Bari sta procedendo alla denuncia penale nei confronti di una donna che, domenica pomeriggio, si è recata al pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo per aggredire una dottoressa in servizio con schiaffi e minacce.

“Ancora una volta registriamo episodi di violenza fisica e verbale ai danni di personale sanitario dalla gravità inaudita – ha commentato Sanguedolce – ancora una volta siamo chiamati ad intervenire per proteggere chi cura, chi è in prima linea per aiutare gli altri e riceve in cambio insulti e botte. Ma non ci arrendiamo – ha proseguito Sanguedolce - a quanti usano i metodi della sopraffazione e non rispettano i nostri operatori in servizio, non possono restare impuniti e per questo, come da procedura interna e come per tutti gli altri casi, procederemo alla denuncia per lesioni e per interruzione di pubblico servizio e garantiremo l’assistenza legale alla nostra operatrice, insieme alla solidarietà per quello che è successo”.

La dottoressa ha riportato un trauma cervicale con una prognosi di quindici giorni. Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto, la dottoressa è stata aggredita, domenica pomeriggio, dalla figlia di un paziente che era stato visitato il giorno prima, in pronto soccorso dalla stessa dottoressa e rimandato al domicilio, per una patologia priva di carattere di urgenza e che non richiedeva per questo il ricovero.  

ANELLI: CHIEDERO' PIU' AGENTI AL QUESTORE

«Scriverò al questore di Bari per chiedere più agenti di polizia che intervengano ancora più rapidamente». Lo dice all’ANSA il presidente della federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, a proposito dell’ultima aggressione avvenuta ieri ai danni di una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Bari. Si tratta del terzo episodio in tre giorni sul territorio.
«Occorre fermare a ogni costo questa escalation di violenza - prosegue Anelli -. Chiederemo anche la convocazione urgente di un tavolo regionale e l’attivazione, attraverso il prefetto, di un tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in modo da spezzare questa spirale». Per Anelli in Puglia «siamo in una emergenza vera e propria, non so cosa si aspetti a intervenire». La paura è che «questa escalation possa sfociare in qualcosa di più serio. Non dimentichiamo che in Puglia abbiamo avuto due omicidi in passato. In questa fase credo che, al di là della solidarietà nei confronti dei medici, ci sia bisogno di qualcosa in più».

EMILIANO: «IL GOVERNO FACCIA IL SUO LAVORO»

«Mi auguro che il governo faccia il suo lavoro, perchè purtroppo la Regione non ha potere di polizia, più che fare contratti con istituti di vigilanza non si può fare. Ma questo tipo» di reati «non può essere fronteggiato dagli istituti di vigilanza, ci vogliono la polizia, i carabinieri, ci vogliono le indagini». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine di un incontro a Bari rispondendo ad una domanda sull'ennesima aggressione a un medico in un ospedale di Bari. «E ci vuole - ha aggiunto - anche la possibilità di assumere più medici», il governo deve dare «la possibilità sia economico-finanziaria sia di spazi assunzionali per fare queste assunzioni» e «soprattutto» deve dare la possibilità di «sbloccare la situazione dei tanti medici non specializzati che non possono essere impiegati nemmeno nei pronto soccorso». «I nostri operatori - ha aggiunto - fanno i salti mortali per far funzionare i pronto soccorso che, spesso, vengono presi d’assalto da gente che si presenta fuori dai casi previsti. C'è l’idea che il pronto soccorso sia un ambulatorio generale dove» presentarsi «anche un semplice mal di testa o mal di denti».

Privacy Policy Cookie Policy