il politico nel pallone

«Tifo Bari e tutti i club col rosso sulla maglia. La Puglia? Vince con una forte ala sinistra»

Michele De Feudis

Parla Piccolotti

Onorevole Elisabetta Piccolotti, è stata eletta in Puglia. Tra Bari e Lecce, quale club ha la sua maggiore simpatia?

«Ho notato che tutte le squadre pugliesi hanno il “rosso” sulla maglia. E così vanno bene tutte, compreso il Foggia e anche il Taranto».

Che rapporto ha con il calcio?

«Lo seguo quando c’è la Nazionale, i mondiali e le finali con le italiane».

La sua famiglia era appassionata di pallone?

«I miei genitori no. Tutto il giro più stretto degli amici è fatto di super interisti».

Il compagno Armando Cossutta era un cuore nerazzurro. La sua prima volta allo stadio?

«Sono stata a vedere proprio l’Inter a San Siro, in tribuna…».

Cosa pensa del movimento ultras? A sinistra è sempre stato attento a queste tematiche un sociologo che viveva in Puglia, Valerio Marchi, e l’ex parlamentare di Sel Paolo Cento, che sulle libertà per le tifoserie andava d’accordo con il post-missino Teodoro Buontempo…

«Sono importanti e siccome il calcio è un bel gioco, ma l’ambiente è da riformare. Bisogna partire dalla comunità dei tifosi, come fa ad Amburgo il FC St. Pauli (storica tifoseria "rossa", ndr). Bisogna poi guardare a modelli di rinascita come il calcio popolare. Sono riforme ambiziose, ma non penso che questo governo sia disponibile».

C’è un calciatore che ammira?

«Mi sono molto divertita con il campione argentino Lionel Messi negli ultimi mondiali».

Il presidente degli allenatori italiani Renzo Ulivieri è un vostro sostenitore.

«Non è iscritto, ma è di sinistra e mi sta molto simpatico. Magari ce ne fossero tanti di allenatori come Ulivieri. Con il suo vice nella Associazione italiana allenatori calcio, Pierluigi Vossi, lavoriamo molto bene in Commissione sport».

Quando si parla di campo largo in politica, qualcuno pensa a un “campetto”, altri a un “campo da calcio”. Quale il perimetro della vostra alleanza?

«Per me la coalizione va chiusa tra Pd-5S e Alleanza Verdi e Sinistra. Spero che il Terzo polo riveda le sue posizioni, scegliendo tra destra e sinistra. Al momento pare non si sia ancora schierato».

In Europa tra i progressisti brilla il modello della “France insoumise”. Li’ c’è Melenchon come centravanti. Chi potrebbe avere la stessa forza unificante in Italia?

«Non c’è ancora un Melenchon da noi, siamo sulla strada giusta e speriamo, con il lavoro di questi anni, di riuscire a federare molte forze e a coinvolgere tanti civici del territorio per costruire un polo ancora più grande».

Giorgia Meloni è il capitano del centrodestra, ora a Palazzo Chigi: aprirà la strada per avere in politica più leadership femminili?

«Non mi pare che la Meloni sia molto attenta alle donne. Tra la politica per le donne e Lotito, per esempio, nell’ultima Finanziaria, ha scelto Lotito. Ho depositato un emendamento sugli asili nido, copiato da un precedente firmato dalla Meloni, ma la proposta è stata bocciata…».

In Puglia l’allenatore del centrosinistra è Michele Emiliano. Dovrebbe passare di più la palla a sinistra?

«La Puglia che vuole vincere deve avere un’ala sinistra molto forte. E soprattutto non bisogna sbandare a destra».

Dopo il doppio mandato di Emiliano e Antonio Decaro, che succederà nel campo progressista del Tacco d’Italia?

«Sono certa che molte cose cambieranno. Il centrosinistra può vincere a Bari e alle regionali. Ci stiamo attrezzando per fortificare la sinistra, ma pensiamo anche a qualche attaccante da mettere in campo».

Come deve essere questo bomber?

«Deve richiamare la Puglia della Primavera, che ha creato sviluppo e attenzione al sociale. Ne vedrete delle belle…».

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