Il caso

Sud-Est, sulla Mungivacca-Noicattaro costi raddoppiati e manca la linea elettrica

Massimiliano Scagliarini

La beffa dell’appalto: tre anni di ritardo nei lavori costati 180 mln. E sull’anello di Bari solo treni Diesel

BARI - Nel 2011 era stato previsto che il raddoppio dei binari dovesse essere completato entro 18 mesi. Sono trascorsi 11 anni, ne servirà (a stare bassi) almeno un altro. E nel frattempo l’unica cosa ad essere stata più che raddoppiata, sulla linea tra Mungivacca e Noicattaro, sono i costi passati da 88 a 195 milioni di euro. Non è nemmeno la cosa più grave. Perché, nonostante un progetto presentato come strategico per l’elettrificazione del cosiddetto anello di Bari, una sorta di metropolitana di superficie che dovrebbe rivoluzionare la mobilità pendolare nell’hinterland del capoluogo, manca un piccolo dettaglio. Non c’è la linea elettrica.

Sembra una barzelletta, ma non lo è. Tanto da lasciare interdetti persino i tecnici di Italferr che, a inizio novembre, hanno compiuto un sopralluogo sul cantiere. Oltre a giudicare «molto ottimistica» la previsione di Sud-Est, secondo cui la linea (chiusa da oramai tre anni) potrà riaprire a fine 2023, gli ingegneri hanno allargato le braccia. La linea è stata infatti già elettrificata tra Bari e Mungivacca, lì dove i binari si biforcano per andare alternativamente verso Casamassima (anche questo ramo è elettrificato) oppure (è questa la linea di cui parliamo) verso Conversano, Qui invece, dove i lavori sono in corso, la linea di contatto elettrica non è stata proprio prevista dal progetto...

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