Una emergenza che è diventata strutturale. Tanto da spingere sei medici dell'Unità di Medicina Interna dell'ospedale «Di Venere» a scrivere a tutti i vertici aziendali e della Asl di Bari per chiedere di intervenire.
la lettera di denuncia «C'è una persistente e più volte segnalata situazione di criticità che si è determinata da oltre un anno alla UOC di Medicina Interna per la carenza di dirigenti medici – si legge nella lettera datata 7 novembre -. Situazione resa ancora peggiore dal pensionamento di un altro dirigente medico a partire dal primo novembre».
Secondo la pianta organica dell'Unità nel reparto di Medicina Interna ci dovrebbero essere in servizio 9 medici ed invece ce ne sono 6. «Questo crea – spiegano i firmatari – una mole di lavoro abnorme legata alla presenza quotidiana di pazienti ad alta complessità, spesso barellati. Una carenza di personale medico che non è stato compensato dai tentativi di assunzione di nuovo personale o dalla recente istituzione di una guardia interdivisionale notturna con il reparto di Pneumologia. Il tutto causa un elevato stress psico-fisico e discontinuità assistenziale di reparto».
manca personale medico «Purtroppo stiamo parlando di criticità ormai strutturali – conferma Rocco Indellicato segretario regionale Usppi -. Lo sono a Medicina Interna e al Pronto soccorso, in una situazione che definirei imbarazzante. Mancano medici. A Medicina Interna ci sono graduatorie in scorrimento ma non si riesce ad ovviare al problema, mentre per il Pronto Soccorso è stato fatto un concorso che si spera possa darci un po' di respiro. Certo, il problema nel non trovare medici non è solo della Asl di Bari, ma praticamente nazionale. I medici scappano dal lavoro negli ospedali, preferendo altre sistemazioni».
pazienti in barella E poi c'è il problema dei pazienti in «sovranumero e barellati» come anche messo in evidenza nella lettera.
«A Medicina Interna ci sono 24 posti, ma i ricoveri sono di molto superiori – conferma Indellicato -. Di conseguenza ci sono pazienti che si ritrovano sistemati in barella. Almeno si evita di farli stazionare nei corridoi, dove non hanno la possibilità di un cicalino per chiedere assistenza o non avere il bocchettone dell'ossigeno, ma è pur sempre una sistemazione provvisoria. Recentemente e in seguito ad una serie di colloqui avuti con la direzione sanitaria si sta cercando di aumentare i posti letto, ma è comunque complesso. E la situazione critica messa in evidenza dai colleghi diventa sempre peggio. Anche il tentativo di costituire una guardia interdivisionale con Pneumologia è un sistema che non si può portare avanti ancora a lungo. In pratica durante le guardie notturne il medico o lo specializzando di turno si trova a dover badare alle due Unità, se non ci sono emergenze, può anche andar bene, ma se ci sono, si crea il problema. Il collega di pneumologia non ha le competenze per rispondere a tutte le complessità ad esempio di un paziente geriatrico. Tenendo presente che i ricoveri avvengono in larga parte per pazienti anziani e pluripatologici».
Quindi una carenza di personale medico, di posti letto tanto da costringere alcuni sulle barelle, con una criticità che coinvolge uno degli ospedali più grandi del territorio.
il rischio di sbagliare «La mole di lavoro è molto, troppo intensa – sottolinea il segretario regionale Usppi -, il rischio anche solo statistico è di sbagliare. Senza dire che siamo medici ma anche persone a contatto con altre persone e invece non abbiamo tempo per poter svolgere la cura umana dovuta nei confronti dei nostri pazienti, che hanno poi ragione a lamentarsi. In questa situazione si abbassa la qualità della cura che possiamo fornire».
Un problema evidenziato anche nella lettera dove si sottolinea anche «l'incremento della possibilità di eventi avversi e di rischio clinico per i pazienti».
«C'è poi la frustrazione professionale nel non poter svolgere attività ambulatoriale – conclude Indellicato -. I ritmi lavorativi nell'Unità sono così alti da non poter fare altro». Una situazione messa nero su bianco anche nella lettera dove i firmatari sottolineano «l'impossibilità a riaprire le attività ambulatoriali e dei Day Service chiusi ormai da oltre due anni».
la risposta asl Sulla questione è stata chiesta una replica da parte della Asl di Bari, ma la risposta della direzione sanitaria è che la lettera datata 7 novembre non è ancora stata letta e di conseguenza presa in esame.
















