IL CASO
Prostituzione, un clic e comincia la «tratta» a Bari
Chat aperte e vetrine virtuali: il nuovo marciapiede è la «rete». La Polizia Postale a caccia dei siti di sfruttamento sul web
Ragazze, WhatsApp e garçonnière, dopo due anni di coprifuoco e distanziamento sociale le puttane sono tornare sui marciapiedi ma lo sfruttamento della prostituzione passa sempre più spesso attraverso i forum online, i social network, le vetrine virtuali e finisce negli appartamentini da scapolo, attrezzati a luci rosse. La «strada» dove a Bari e in provincia si vendono corpi di donne adesso è la rete. Gli abboccamenti, le lusinghe, il mercanteggiamento avvengono sul web e spesso a gestire il carnet degli appuntamenti delle ragazze sono i loro sfruttatori che curano le chat, garantiscono i servizi primari e quelli integrativi (locazioni, accompagnamenti, consegna dei pasti sui luoghi di lavoro, acquisto di anticoncezionali e medicinali).
Su WhatsApp, Tinder, Facebook, Instagram, Snapchat i «protettori» si trasformano in social manager, pronti a confezionare vetrine il più possibile accattivanti per attirare il maggior numero di follower-utilizzatori finali. Fissato il prezzo si passa negli appartamentini, garçonnière prese in locazione a poco, oppure si resta per strada, in macchina. Un clic in rete quindi e comincia lo sfruttamento. Tutto è più facile e veloce, niente tempi morti. Nessun canale criptato nel dark web, tutto o quasi avviene nella parte indicizzata della rete. Qualcuno tra i clienti dopo aver provato «l’articolo» lo recensisce nelle chat private raccontando ad amici e voyeur, l’esperienza nei minimi particolari.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni che nel Compartimento di Bari ha uno degli uffici investigativi più efficienti sta scandagliando i fondali di questo oceano chiamato social per individuare le reti di sfruttamento presenti nel web che portano a Bari. Durante il lockdown la strada ha chiuso (un quarto le presenze degli anni precedenti) e le uniche porte rimaste aperte per chi in strada ci viveva sono state quelle delle case degli aguzzini, dei clienti o in extremis in appartamentini per scapoli di seconda e terza scelta.
Le ragazze pagano per occupare un pezzo di marciapiede ma anche per esercitare in casa. Esiste un tariffario che varia a seconda della zona: più c’è passaggio, più i prezzi sono alti e oscillano da un minimo di 150 euro ad un massimo di 450 a settimana. Le zone più quotate sono quelle del lungomare Nazario Sauro, San Giorgio, Santa Fara e le complanari della tangenziale all'altezza del quartiere Japigia, poi ci sono via Glomerelli e via Buozzi. La mappa dei marciapiedi a luci rosse ora si sta spostando sempre più verso il centro. Le ragazze sono sempre meno ai margini della città. Il giro è in buona parte nelle mani di stranieri. I clan rumeni stanno crescendo e si impongono anche sui nigeriani. Da Valona, nei Balcani, hanno ripreso ad arrivare a Bari le ragazze albanesi (spesso minorenni). È cresciuto il numero delle rumene. Le rotte della tratta dalla Libia si sono spostate alla Turchia e seguirle è diventato più difficile. Ha preso piede il fenomeno dei «lovers boys», nuovi sfruttatori che adescano sulla rete ragazzine di 14-15 anni con comportamenti un po' rischiosi e che sembrano essere vulnerabili. Le seducono, promettono loro amore eterno e poi le vendono.