Giustizia truccata

I verbali sugli avvocati di Bari: «Processi aggiustati in Appello»

Massimiliano Scagliarini

Trasmesse a Lecce le dichiarazioni dei pentiti di mafia su Chiariello: «In vent’anni ho girato tanti studi, ma non ho mai avuto una fattura»

BARI - Racconta che il suo avvocato dell’epoca, prima della collaborazione, «giustamente mi disse: “Metti Chiariello che l'Appello ce lo aggiusta”, ed io dissi giustamente: “Cioè me lo riesce ad aggiustare, mi riesce a far togliere i vent'anni?”, disse: “Sì, sicuramente, perché Chiariello - mi disse - in appello sa il fatto suo». Adriano Pontrelli è un esponente di secondo piano del clan Di Cosola di Bari, manovalanza di strada. E quei vent’anni presi nel blitz Pilastro, nel frattempo, sono diventati definitivi. Ma le parole del pentito, distillate in un verbale della Dda di Bari ed entrate a far parte del compendio indiziario a carico dell’avvocato Giancarlo Chiariello nell’indagine per evasione fiscale, sono state trasmesse anche alla Procura di Lecce. Qui potrebbero essere incrociate con i riscontri che i magistrati salentini stanno effettuando sulle «confessioni» di Giuseppe De Benedictis, l’ex gip condannato insieme a Chiariello per corruzione in atti giudiziari.

Le parole dei collaboratori vanno sempre prese con le molle, specialmente - come in questo caso - se provengono da qualcuno ritenuto ai margini del contesto criminale. Figuriamoci se poi le dichiarazioni sembrano essere un de relato. Pontrelli ha negato che Chiariello gli abbia mai chiesto soldi da dare ai giudici. Ma di fronte al pm barese Giuseppe Dentamaro, ha aggiunto qualcosa che allo stato dei fatti si incrocia - in senso lato - con quanto ha affermato De Benedictis. «Che so qualcosa di concreto no - ha detto Pontrelli -, però siccome sto da tanto tempo in carcere, quando andavo a Bari per i processi, che sono stato più di due anni a Bari, parecchi andavano con la pena alta e rientravano dall'Appello con una pena diciamo bassa, perché avevano Giancarlo Chiariello come avvocato. Ecco perché anche... poi nel sentirlo sempre io volevo mettere o [un altro avvocato il cui nome non è stato omissato] o Chiariello, poi misi Chiariello perché comunque poi parlando anche con gli altri detenuti mi dissero: “Che comunque Giancarlo Chiariello l'appello lo sistema”...».

Nel lungo interrogatorio reso a Lecce a giugno dello scorso anno, De Benedictis parlò di un ex magistrato della Corte d’appello di Bari che sarebbe stato in rapporti stretti con Chiariello («Da lui - avrebbe detto l’avvocato all’ex gip - posso avere tutto»). De Benedictis ha parlato anche di un altro avvocato barese, definito «il principe del continuato», in grado di far ottenere ai suoi clienti sconti di pena rilevanti grazie all’uso sapiente dell’istituto della continuazione. E per puntellare le parole dell’ex magistrato, nel corso del processo per corruzione in atti giudiziari la Procura di Lecce ha utilizzato un altro dei verbali della Dda di Bari, quello di Domenico Milella, il pentito più in voga del momento, ma ha per le mani anche quello di un personaggio meno noto ma di identico spessore criminale, Umberto Fraddosio.

«Io - ha detto alla Dda di Bari Fraddosio, primo pentito del clan Misceo del quartiere San Paolo, condannato a 16 anni in primo grado per omicidio - tratto gli avvocati da più di vent’anni. In tutti questi vent’anni ho fatto - non lo dico io, lo dicono le carte - avrò fatto qualche ventina di processi, compresi i blitz; mai nessuno mi ha dato fattura. Io parlo per me, poi a parte quando è capitato diciamo... tipo per un altro imputato sempre nell’omicidio, io ero detenuto, questa persona non poteva ed io, da detenuto, gli ho fatto mandare i soldi a...». A un avvocato il cui nome è coperto da omissis. Sul punto le parole di Fraddosio si sposano alla perfezione con quelle di Milella: «Io da quando sto in mezzo alla strada non ho mai... degli avvocati con cui ho avuto a che fare non ho mai avuto una fattura, mai, tutti gli avvocati, cioè anche gli altri eh». Parole su cui è la Procura di Bari a portare avanti gli accertamenti insieme alla Finanza.

Privacy Policy Cookie Policy