Trasporti

Ferrovie, la linea Rocchetta-Gioia del Colle riapre per i turisti

Massimiliano Scagliarini

Nuovo capitolo per la linea ferroviaria chiusa dal 2017. Da domani via al cantiere per la riqualificazione della Bari-Bitritto. A maggio primi convogli storici fino ad Altamura

BARI - Gli ultimi treni merci hanno circolato (brevemente) nel 2017, dopo che nel 2011 era cessato anche il traffico passeggeri. Da allora la Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle, una delle linee ferroviarie più antiche di Puglia, è rimasta chiusa al traffico di linea. Lo scorso anno è stata inserita nell’elenco delle tratte ad uso turistico, con l’accesso ai finanziamenti statali per la riqualificazione. E - questa la novità - a maggio dovrebbe partire il primo treno storico tra le stazioni di Gioia del Colle e Altamura.

Il gruppo Fs ha infatti lanciato «Il treno della dolce vita», un progetto per il turismo di lusso su rotaia (con l’utilizzo di convogli storici) che attraversa gli itinerari più belli d’Italia e che lo scorso anno ha già toccato sia la Puglia che Matera. E che già quest’anno dovrebbe utilizzare i primi 35 km della linea Rocchetta Sant’Antonio-Gioia, quelli già utilizzabili considerando che nella stazione di testa pugliese esiste l’interscambio con la Bari-Taranto.

«Si tratta - conferma il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), componente della commissione Trasporti - di un primo passaggio verso la rivalutazione in chiave turistica della linea storica Rocchetta Sant’Antonio Lacedonia-Spinazzola-Gioia del Colle». Dopo le modifiche alla legge 128/2017, che vide (anche grazie all’iniziativa del deputato Nunzio Angiola) l’inserimento della linea tra Puglia e Basilicata nell’elenco di quelle individuate a fini turistici, per l’effettuazione dei relativi lavori. La Rocchetta-Gioia si sviluppa su un tracciato di poco meno di 140 km a binario singolo senza elettrificazione e, in base alle valutazioni di Rfi, gli interventi di ripristino richiederebbero circa 30 milioni di euro (20,5 per la parte pugliese e 13 per quella lucana) e 24 mesi di tempo: è necessario provvedere alla rimozione della vegetazione, alla revisione e al ripristino dell’armamento, al ripristino del collegamento con la Spinazzola-Barletta (con necessità di scendere sul primo marciapiede), alla verifica e alla manutenzione straordinaria delle opere presenti sul tracciato, a cui si aggiungono (nella parte lucana) anche il ripristino delle cunette e il risanamento di alcuni tratti di binario. I treni potranno viaggiare a una velocità massima di 70 km/h con la necessità di presenziare i circa 40 passaggi a livello pubblici e privati presenti sul percorso. «Ringrazio Rfi per aver accelerato i lavori a fronte del primo finanziamento ricevuto - dice Scagliusi -, effettuando la rimozione della vegetazione e interventi di decoro nelle stazioni che ci permetteranno di festeggiare, forse già a maggio, quella che ci auguriamo diventi un’attrattiva territorio». L’inserimento nell’elenco delle linee storiche rende chiaro che il ritorno al traffico di linea non è ipotizzabile se non (forse) per alcune limitate porzioni: le valutazioni sono rimesse al gruppo Fs, che il prossimo anno dovrà fare un bilancio dei finanziamenti ricevuti e potrà ipotizzare l’organizzazione di treni storici su un percorso più esteso.

Domani, intanto, è previsto l’inizio dei lavori di «upgrading infrastrutturale» per la Bari-Bitritto, la bretella (9,1 km) mai aperta tra la stazione centrale e l’hinterland barese. Il primo appalto risale al 1986: la Iinea è stata completata nel 2018, ma nel frattempo sono cambiati gli standard tecnologici per l’utilizzo da parte di Rfi. I nuovi lavori, del costo di 40 milioni, dovrebbero concludersi in gennaio e permetteranno finalmente l’avvio del servizio metropolitano.

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