L'intervista

«Da Bari ricomincia il futuro del Sud», parla il direttore di Sky Tg24 De Bellis

Ninni Perchiazzi

«La sfida? Raccontare il presente». Il direttore presenta la due giorni dal vivo al Kursaal SantaLucia

BARI - «C’è una volontà, una scelta precisa di cominciare dal Sud la prima delle quattro tappe del live in di Sky Tg 24». Il direttore della testata giornalistica televisiva, Giuseppe De Bellis, pugliese doc di Castellana Grotte, presenta alla “Gazzetta” la due giorni di incontri, dibattiti, interviste, eventi e spettacolo in programma domani e dopodomani. «Abbiamo scelto la Puglia anche perché rappresenta la regione ideale per guardare a oriente».

Sta pensando a San Nicola?

«Penso in generale al fatto che la Puglia è il posto da cui storicamente si sono stabilite le relazioni con quell’area del mondo, al di là della condivisione anche delle vicende storiche che riguardano il Santo».

Al Kursaal Santalucia ci sarà un parterre de rois, tema d’obbligo di partenza la guerra.

«L’idea del live in è da un lato rivoluzionaria, dall’altra molto semplice. Rivoluzionaria perché portare la televisione in diretta, parliamo delle notizie televisive, fuori dagli studi, insieme agli approfondimenti, è complicato. Dall’altro lato è molto semplice perché facciamo il nostro lavoro di ogni giorno: partiamo dalle notizie, con le nostre postazioni news a cui aggiungiamo gli approfondimenti. Evidentemente parliamo di ultra attualità, di ciò che accade oggi con un occhio a ciò che accadrà domani. È questa la chiave del cambiamento delle news e in particolare di Sky Tg 24: raccontare non più quello che è successo un minuto prima, ma cercare di capire quello che succederà il giorno dopo. Parliamo tanto di attualità, tratteremo della guerra in Ucraina, avremo tanti collegamenti con personaggi di spicco ucraini e russi, come il campione di scacchi Kasparov per esempio. Cercheremo di raccontare ciò che accade sul campo con i nostri inviati, sia sul fronte militare sia sul fronte umanitario e diplomatico, collegando il tutto con gli spazi di approfondimento sia dal palco del Kursaal sia con altri ospiti che tratteranno i temi di attualità».

Ancora una volta servizi, notizie, approfondimenti. È questo il format vincente?

«Dal 1 gennaio 2019 ovvero da quando sono direttore, abbiamo deciso un cambio definitivo del paradigma delle all news, nate circa vent’anni fa con l’idea che fossero la formula più veloce per avere notizie nel mondo dell’informazione. Volevi sapere cos’era successo in una qualsiasi parte del mondo? Ascoltavi le all news. Nel corso del tempo la velocità è diventata sempre maggiore e si è spostata su altri mezzi, quelli digitali. L’idea è stata: giochiamo sì la partita della velocità, ma investendo tantissimo sul sito e sui social, mentre la TV diventa un ibrido, sempre all news, un po’ meno veloce rispetto al passato ma con maggiori approfondimenti e qualità. Il nostro obiettivo adesso non è arrivare per primi, ma arrivare meglio, con più profondità e maggiore capacità di spiegare i fatti. La prima campagna fatta nel 2019 aveva un claim: “Per farsi un’opinione serve uno sguardo completo”. Prima si guardava il particolare, si andava dritti sul fatto in sé, oggi qualsiasi fatto e già noto, ma ti manca il perché è successo. Cosa significa quel fatto? E perché è successo? Questo comporta trattare gli argomenti con la maggiore velocità possibile, ma senza tralasciare la qualità. In questo momento noi ci consideriamo una testata che si muove su tutti i mezzi: ha il core business storico della tv, che muovendosi con tutti i mezzi prende l’ultra velocità dei social, la velocità un po’ meno ultra del sito e la velocità molto più moderata della tv».

Il live in fa parte di questo format...

«In realtà lo facciamo per 365 giorni all’anno e a maggior ragione in queste quattro tappe del 2022. Andare fuori dai nostri studi ha un valore ancora maggiore».

Perché Bari?

«Un aspetto molto importante nello scegliere Bari come prima tappa del nostro tour per raccontare l’attualità, proprio partendo dal Sud, è il tema fondamentale della ricostruzione del Paese dalle macerie economiche del Covid. In tale ottica la crescita del Sud è fondamentale per l’intero equilibrio del Paese. Ovviamente oggi abbiamo una priorità maggiore che è quella di capire e interpretare le conseguenze geopolitiche e anche umanitarie della guerra, ma sotto tutto questo c’è la necessità di guardare al futuro del Meridione. Per cui ci sembrava che Bari fosse il luogo giusto dal quale guardare questo grande tema».

Il focus sul Sud parte con l’intervista al ministro Carfagna.

«È per noi un momento molto importante. Questo è il primo appuntamento che riusciamo a fare in presenza col pubblico in sala. Il live in nasce dall’idea di portare l’informazione in mezzo al pubblico. Negli altri appuntamenti, lo scorso anno e mezzo, non è stato possibile. Bari è il primo evento in diretta con la presenza in sala del pubblico, ed è da giorni già tutto prenotato. Questo ci dà la consapevolezza di quanto il pubblico voglia stare vicino ai luoghi in cui nasce e si sviluppa l’informazione. Per noi è un valore, ma possiamo generalizzare anche per gli altri media: certo, l’informazione si fa nelle redazioni ma è ben evidente che il pubblico è interessato all’informazione e all’approfondimento vuole stare nei luoghi di produzione dell’informazione. Vuole vedere cosa c’è, come funziona, con chi si fa l’informazione. Io lo reputo un bene, perché noi viviamo anche dell’interazione che riusciamo a generare con il pubblico. Credo sia un bel segnale per tutto il mondo dell’informazione».

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