L'intervista

Sede Cnr a Bari, cantiere da 30 milioni. Altieri: impatto sociale enorme

Redazione online

«È il progetto più importante per il Sud candidato al PNRR»

BARI - Se non il più grande, sarà il più virtuoso. Il cantiere da 30 milioni all’ex Manifattura Tabacchi costruirà un pezzo di futuro per Bari. Non solo sede del CNR (che ora valuta l’acquisto dell’immobile), presidio internazionale di ricerca, progetto tra i più ambiziosi al Sud, ma «colmerà zone d’ombra e degrado» e avvierà una ricucitura urbanistica tra il centro e il Libertà, che vive lo stato della periferia pur essendo a due passi dal cuore cittadino.

Nuccio Altieri, presidente Invimit SGR, società di investimenti immobiliari partecipata al 100% dal ministero dell’Economia e delle Finanze, spiega «tempi rapidi e procedure certe grazie al PNRR». Rispetto a molti progetti, sarà «il primo sulla griglia di partenza» perché completo e, oltre a Bari, «servirà al Paese per il rilancio economico» secondo le intenzioni del PNRR.
«Venerdì scorso abbiamo presentato la documentazione per la 2° fase dei fondi PNRR sugli ecosistemi urbani per la ricerca, dopo aver brillantemente superato la prima fase: Manifattura Tabacchi è uno dei progetti più importanti al Sud Italia, e il luogo dove sorgerà uno dei centri di ricerca più importanti del Sud. La validazione si è conclusa nelle scorse settimane dopo un percorso importante durato un anno e mezzo, per la complessità del bene storico e vincolato. Aspettiamo gli esiti della candidatura ma per il PNRR i lavori saranno affidati entro il 30 settembre e il cantiere aprirà entro l’anno».

Quando la consegna?
«Il PNRR pone il completamento delle opere entro il 2026 ma potremmo farcela anche nel 2025. Con la partecipazione al bando, metteremo la Manifattura Tabacchi sulla Road Map del PNRR dando certezze a tempi, procedure burocratiche e amministrative, esecuzione dei lavori. Oggi è un progetto immediatamente cantierabile, pronto, con tutte le autorizzazioni: si può immediatamente lavorare. Agganciandolo al PNRR abbiamo la sicurezza di riconsegnarlo alla città entro 3-4 anni».

In pratica il PNRR può dare una grossa mano rispetto ai tempi tradizionali e più incerti?
«Ci dà una straordinaria opportunità, non solo una mano. È un progetto che Invimit fa e potrebbe fare con risorse proprie e che probabilmente farà con risorse proprie e pubbliche, ma la cosa più importante sono le procedure semplificate che danno garanzie ai tempi di esecuzione. Questa oggi è la più grande sfida al Sud. Con il PNRR si può realizzare molto, più per la semplificazione che per il dato economico, perché solitamente non solo mancano i soldi ma la certezza delle procedure burocratiche.

Finora cosa è stato fatto sui 20mila mq?
«A dicembre abbiamo inaugurato lo strip out, la preparazione alla ristrutturazione: bonifiche, abbattimento dei corpi non interessati ai lavori, messa in forma dell’immobile rispetto agli interventi da fare. Abbiamo aspettato la validazione, che ora è arrivata. Adesso siamo pronti a procedure di gara, affidamento lavori e partenza cantiere.

Capitolo risorse. I 30 milioni lieviteranno?
«Trenta milioni più Iva. I conti sono questi e sono stati aggiornati ai nuovi prezzari e ai nuovi costi derivanti dalla sicurezza in cantiere, intervenuti dopo il Covid. Possiamo sostenerli con le nostre risorse o con il PNRR. Ma Manifattura Tabacchi si fa, parte.

È un investimento sulla città. Quale sarà il valore finale del progetto?
«È un progetto virtuoso al di là dell’importante indotto occupazionale che attiverà. Tornerà la luce sull’immobile ma l’arrivo dei 600 ricercatori del CNR, che daranno una dimensione internazionale, non rilancerà solo il quartiere. Già ora gli annunci di compravendita degli immobili a ridosso del complesso si sono apprezzati in valore, a conferma che dalla bonifica di una zona di degrado si passerà a una rigenerazione urbana. Il sindaco Decaro ha ipotizzato anche un percorso pedonale di 600 metri in via Garruba per collegare il futuro CNR all’Ateneo: una grande opera di ricucitura del Libertà con il centro. In questo senso, stiamo valutando l’ipotesi di fare uno studentato, uno smart hotel, su un’altra parte dell’immobile. Questo è il senso forte dell’intervento: colmare una grande zona d’ombra, rilanciandola nella maniera più moderna. Tutti i progetti sono importanti ma questo interviene in un luogo dove c’è proprio bisogno che torni a splendere la luce. Il cantiere illuminerà di lavoro, attività, interesse e bellezza l’ex Manifattura e con essa il territorio. L’impatto economico e sociale sarà incredibile».

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