Attualità
Regista ucraina Onyshchenko premiata al Bif&st: «Combatteremo fino all'ultimo»
Daria Onyshchenko si fa immortalare con uno slogan sulla maglia «nave russa fottiti»
BARI - «La reazione degli artisti ucraini alla guerra è molto diversa ma in tutti i casi molto coraggiosa. Sono profondamente orgogliosa di tutto quello che i miei amici cineasti e intellettuali in Ucraina stanno facendo. Molti sono in prima linea e stanno combattendo la forza militare talvolta anche con una preparazione minima, se non assente». Sono le parole di Daria Onyshchenko, regista del film Zabuti (The Forgotten), proiettato oggi fuori concorso per la sezione Panorama internazionale del Bif&st, il Bari international film festival. La regista questa sera, sul palco del teatro Petruzzelli, riceverà il Premio Federico Fellini dedicato ai cineasti dell’Ucraina. Per l’occasione indossa come una mantella la bandiera dell’Ucraina e sulla maglietta ha la scritta, in Ucraino, «nave russa, vai a farti fottere», diventato il motto dei combattenti ucraini dopo l’attacco all’isola dei Serpenti. "Queste persone - dice riferendosi ai colleghi cineasti che stanno combattendo - non hanno mai avuto una preparazione e imbracciato un’arma e mettono a rischio la loro vita a volte anche senza gli strumenti basilari, come i giubbotti antiproiettili o i caschi. Molti artisti invece sono all’estero e da lì stanno cercando di dare il proprio supporto attraverso progetti, raccolte fondi, acquistando in occidente materiale per fornire aiuto a chi è al fronte, ai registi che stanno lottando». (Foto Donato Fasano)
«Per quanto la situazione sia terribile non abbiamo paura di combattere e lo faremo fino all’ultimo giorno perché sappiamo per cosa combattiamo: il futuro dei nostri figli, il futuro della nostra nazione, la libertà. L’esercito russo che sta bombardando le città e uccidendo migliaia di civili deve lasciare il nostro territorio, sta sbagliando, perché la verità non è dalla sua parte». Così Daria Onyshchenko, regista del film Zabuti (The Forgotten), proiettato oggi fuori concorso per la sezione Panorama internazionale del Bif&st, il Bari international film festival. "Il film è stato presentato nel 2019 - spiega la regista - in un momento in cui la guerra era stata dimenticata, non c'era più l'attenzione doverosa al conflitto. Sapevamo dell’annessione della Crimea, che nel resto dell’Ucraina c'erano territori occupati, ma dopo il Maidan la guerra sembrava quasi inesistente anche se andava avanti da 8 anni. Il risultato di oggi probabilmente è dovuto anche all’aver sottovalutato, a non aver preso sufficientemente seriamente quello che la Russia stava facendo. La Russia si è trasformata in una dittatura fascista dove non ci sono regole, non c'è etica, non c'è morale». «Credo - conclude - che ignorare il sistema di propaganda che Putin ha messo in atto in questi anni sia stato un errore che abbiamo fatto tutti».