Il caso

Test truccati a Odontoiatria, licenziato dall’Università di Bari il prof. Grassi

Giovanni Longo

Il prossimo 28 marzo il docente sarebbe andato in pensione

BARI -  Il 28 marzo sarebbe andato in pensione. Aveva chiesto lui di anticipare di due anni, rispetto alla naturale scadenza, il congedo dall’Università di Bari. Il suo stesso Ateneo, però, ha giocato d’anticipo. Avviando contro il collega l’azione disciplinare che nei giorni scorsi si è conclusa con la sanzione più grave: il licenziamento. Il professor Roberto Felice Grassi, 68 anni, ordinario al corso di laurea di Odontoiatria dell’Università di Bari, è stato destituito dall’insegnamento.
Dopo un provvedimento firmato dal rettore Stefano Bronzini e dal direttore generale Gaetano Prudente, che ha preso atto dell’indicazione della Commissione disciplina, il prof. Grassi non è più un docente. Il provvedimento non è definitivo, Grassi potrebbe impugnarlo davanti al Tar per la Puglia dove è già finita in passato una parte di questa lunga vicenda. Le conseguenze pratiche sono di fatto inesistenti visto il pensionamento ormai dietro l’angolo. Ma il docente destituito potrebbe decidere di impugnare la decisione per difendere, ad esempio, immagine e onore. O comunque perché ritiene ingiusto il licenziamento.

La certezza è che Grassi, docente di Odontostomatologia ed ex presidente del corso di laurea di Odontoiatria a Bari, è stato messo alla porta in relazione a uno scandalo che risale a qualcosa come dieci anni fa, per fatti risalenti a qualche anno prima ancora. Una inchiesta su una presunta associazione a delinquere il cui obiettivo era, stando alle indagini dell’epoca, favorire (dietro compenso) gli studenti che aspiravano ad entrare nelle facoltà a numero chiuso di Bari, Foggia, Napoli e Verona.
Grassi è stato condannato in primo grado per associazione a delinquere e violazione di una vecchia legge del 1925 sulla falsa attribuzione di lavori altrui. Ma in appello, nel 2019, quella condanna è stata spazzata via a causa del decorso del tempo. Se l’implacabile scure della prescrizione ha chiuso una volta per tutte la vicenda penale con un nulla di fatto, l’Ateneo ha iniziato il procedimento disciplinare sostanzialmente sugli stessi fatti addebitati al docente: Grassi avrebbe screditato il suo Ateneo. Potrebbe essere questa la motivazione della più severa sanzione disciplinare.

Stando alle indagini della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura, le risposte ai quiz dei candidati che aspiravano ad entrare a Odontoiatria arrivavano sul palmare fornito in «comodato d’uso» dall’organizzazione. A elaborarle in una «sala operativa» allestita ad Altamura c’era un gruppo di esperti. Alcuni «complici» dei candidati, seduti tra i banchi dove si svolgeva la prova, inviavano via mail i quesiti ministeriali. Sulla rete, in direzione opposta, viaggiavano via sms le risposte elaborate dopo avere consultato manuali scientifici. Il pacchetto «tutto compreso» per superare i test di ammissione costava 30mila euro. Grassi era accusato di avere fatto parte di questo meccanismo. Ma se in sede penale tutto si è concluso con la prescrizione, in sede disciplinare quelle accuse gli sono costate la docenza.

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