sanità

Bari, violenze ai medici: 28 segnalazioni di aggressione nel 2021. Parlano Brusaferro e Sileri

Redazione online

Le cifre emerse nella prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari

BARI - Il presidente dell'Ordine nazionale dei medici, Filippo Anelli, rilancia da Bari l'allarme sulle violenze agli operatori sanitari. «Proprio ieri l’Inail ha pubblicato un rapporto dichiarando 2.500 denunce all’anno da parte di operatori sanitari di infortuni sul lavoro per atti di violenza e soltanto una piccola parte fatta dai medici, mentre sappiamo che oltre la metà della popolazione medica ha subito un episodio di violenza e il 78%, secondo un’indagine Anaao, non denuncia». Lo ha detto aprendo a Bari la prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari.

«Abbiamo grossi problemi con i pronto soccorso, dove vorremmo presidi di sicurezza. Ne ho parlato con la ministra Lamorgese che mi ha evidenziato la carenza del personale di Polizia e di pubblica sicurezza e quindi la difficoltò di rispondere a questa nostra richiesta», ha detto ancora il presidente Anelli. Per lui è necessaria anche «la riorganizzazione dei servizi territoriali, in modo particolare della guardia medica. Io credo che nessun medico debba oggi essere lasciato solo ad operare, soprattutto se è una donna». A questo proposito Anelli ha ricordato che in Puglia sono due le dottoresse uccise: la psichiatra Paola Labriola nel 2013 in un Centro di salute mentale a Bari e Maria Monteduro nel 1999 in una guardia medica a Gagliano del Capo (Lecce). 

La scelta di partire da Bari è proprio legata all'omicidio, il 4 settembre 2013, della psichiatra Paola Labriola, uccisa da un paziente mentre era al lavoro in un Centro di salute mentale della città. «Di lì - ha ricordato Anelli - è partito un grande movimento per portare ad atti concreti da parte dello Stato. E questo è avvenuto con la legge 113 del 2020, che ha innalzato le pene per gli aggressori e ha determinato la procedibilità di ufficio». 

I NUMERI DI BARI - Nella Asl di Bari nel corso del 2021 si sono registrati 28 segnalazioni di violenza e aggressione ai danni degli operatori. Le denunce del personale provengono per la maggior parte da ambulatori e uffici del distretto socio sanitario di Bari, seguito dal Dipartimento di dipendenze patologiche e dal Servizio psichiatrico diagnosi e cura. Per arginare il fenomeno, l’Asl ha adottato il primo Codice di condotta per prevenire le diverse situazioni di rischio. Un atto formale in una data simbolica - il 12 marzo - in cui ricorre la Giornata nazionale contro la violenza ai danni degli operatori sanitari.

«La priorità è il benessere aziendale - rimarca il direttore generale della Asl, Antonio Sanguedolce, quindi tolleranza zero verso atti di violenza, fisica o verbale. L'approvazione del Codice di condotta - aggiunge - è una delle azioni attese dal Piano azioni positive 2021/2023 ed è nello stesso tempo uno dei tanti strumenti impiegati dall’azienda per favorire il benessere organizzativo che viene incentivato anche da investimenti in progetti strutturali finalizzati a migliorare comfort e accoglienza dei servizi e delle strutture sanitarie». Il documento approvato è il Codice di condotta per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, la prevenzione del mobbing, il contrasto alle molestie, violenza e discriminazioni in ambito lavorativo ed è stato promosso da Area del personale .

PARLANO SILERI E BRUSAFERRO - «Le storie delle vittime sono graffi sul cuore. Non è pensabile che qualcuno possa macchiare, in tutti i sensi, il nostro camice. Per questo, grande è l’impegno delle istituzioni contro la violenza sugli operatori sanitari: c'è ancora tanto da fare, ma siamo sulla giusta strada». Lo ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenendo da remoto al convegno organizzato a Bari in occasione della prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari. Sileri ha ricordato l’istituzione dell’Osservatorio sulle violenze in sanità, che «permetterà di raccogliere i dati per dare una dimensione reale al fenomeno della violenza, che è assolutamente sottostimato, fare un’analisi accurata e contrastarlo». 

«Gli ultimi dati rivelano il grande successo della campagna vaccinale, come dimostra la curva dell’incidenza della pandemia aggiornata a questa settimana, soprattutto nella fascia di età over 50: si riducono i ricoveri, si riducono anche le infezioni e praticamente quasi si azzerano o comunque si riducono moltissimo sia gli impegni rispetto alla terapia intensiva sia il rischio di mortalità». Lo ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, partecipando da remoto al convegno organizzato a Bari in occasione della prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione, con un intervento dal titolo «Prospettive per la sanità pubblica alla luce della pandemia Sars CoV-2».
«Il virus continua a mutare, ma grazie ai vaccini - ha detto Brusaferro - è la prima volta nella storia del mondo che con misure di sanità pubblica riusciamo a modellare una pandemia. Guardare i numeri di casi censiti nella prima ondata rispetto a quelli di quest’ultima con la variante Omicron, ci dà la dimensione di come sia evoluta la pandemia ma anche come la nostra capacità di gestione sia evoluta»

Privacy Policy Cookie Policy