L'omaggio
Michele Fazio, 20 anni dopo la città di Bari non dimentica
Un proiettile vagante, destinato a un boss che abitava nel borgo antico - almeno questa fu la ricostruzione emersa dalle indagini - lo raggiunse mentre stava passando da largo Amendoni, a pochi passi da casa
BARI - Oggi 12 luglio, sono trascorsi vent’anni da quella tragica sera che ha strappato l’allora quindicenne Michele Fazio alla vita. Il ragazzo della città vecchia stava rincasando dopo aver terminato la sua giornata di lavoro in un pub, il Barium, di via Andrea da Bari, ma il fuoco di un commando criminale gli impedì di riabbracciare il calore degli affetti di casa. Un proiettile vagante, destinato a un boss che abitava nel borgo antico - almeno questa fu la ricostruzione emersa dalle indagini - lo raggiunse mentre stava passando da largo Amendoni, a pochi passi da casa.
Nel giorno del ventesimo anniversario dell’omicidio di Michele, alle 18,30, il sindaco Antonio Decaro ha deposto una corona d’alloro proprio in quella piazzetta, alla memoria della vittima innocente di mafia.
Alla cerimonia, svolta alla presenza dei genitori di Michele, Lella e Pinuccio, hanno partecipato i rappresentanti delle autorità civili e militari e delle associazioni che compongono il presidio di Libera Bari, coordinato da don Angelo Cassano.
La tragedia si consumò il 12 luglio 2001, intorno alle 23. In quella serata caldissima, il borgo antico era affollato di giovani: erano i primi anni della movida. Molte famiglie del quartiere erano sugli usci delle abitazioni a prendere il fresco.
Di colpo, la sirena di un’ambulanza risuonò nella serata estiva. Per Michele Fazio, purtroppo, non ci fu nulla da fare.
Solo dopo alcuni anni, le indagini della Squadra mobile, coordinate dal pubblico ministero antimafia Desirée Digeronimo, decifrarono l’omicidio, dando un nome e un volto ai componenti il commando, uno dei quali, però, nel frattempo, era stato assassinato a sua volta.
Da allora Pino e Lella Fazio sono divenuti simbolo di legalità e del desiderio di riscatto dei ragazzi della città vecchia.
LA CERIMONIA CON DECARO - «La morte di Michele, così violenta e scioccante, è stata per Bari e per i baresi come un terremoto che ha cambiato per sempre la storia. Da quel momento Bari ha scelto di non voltare più la testa dall’altra parte e se ogni anno, da vent'anni, torniamo in questo stesso luogo è perché dobbiamo ricordare a noi stessi e a chi ha ucciso Michele che la città è vigile. Queste strade oggi sono nostre e lo rimarranno per sempre». Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha aperto la cerimonia di commemorazione nel ventennale della morte di Michele Fazio, il 16enne vittima innocente di mafia, ucciso per errore durante un agguato il 12 luglio 2001 sotto la sua casa a Bari Vecchia. Pinuccio e Lella Fazio, i genitori di Michele, hanno raccontato il loro «impegno» di questi venti anni dall’omicidio del figlio, fatto di «incontri con i ragazzi nelle scuole, nelle piazze, e continueremo a percorrere questa strada, a camminare», ha detto il papà, che ha voluto dedicare la cerimonia «a tutte le vittime innocenti di mafia». Mentre Lella, ancora una volta, si è rivolta alle famiglie criminali della città vecchia: «io sto qui, non mi muovo, salvate i vostri figli». Anche la prefetta di Bari, Antonella Bellomo, li ha ringraziati per il loro impegno. «Se il sentimento di tristezza e scoraggiamento non ha prevalso - ha detto - lo dobbiamo ai genitori che hanno fatto di questo grande dolore un’occasione di testimonianza e di speranza». Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili e militari e le associazioni che compongono il presidio di Libera Bari, oltre a gruppi di studenti arrivati anche da fuori provincia, alcuni dei quali hanno donato a Pinuccio e Lella Fazio un ritratto di Michele.