Il caso
Bari, alla pinacoteca Giaquinto rubato il dipinto «L'Arno a Rovezzano» di Silvestro Lega
Il furto sarebbe avvenuto durante la notte dei musei
Bari - Un piccolo dipinto del XIX secolo, «L'Arno a Rovezzano» di Silvestro Lega, è stato rubato dalla pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari.
Il furto sarebbe avvenuto tra sabato sera, quando la pinacoteca è rimasta aperta fino alle 23 per la notte dei musei, e domenica mattina. Oggi, all’apertura alle 8.30, il fotografo della pinacoteca si è accorto che il quadro mancava. La dirigente, subito informata, ha sporto denuncia ai Carabinieri.
Sulla vicenda indagano i militari del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Bari, che hanno già acquisito le immagini delle telecamere della videosorveglianza interna e ascoltato dipendenti e vigilanti. L’area in cui era esposto il quadro è stata posta sotto sequestro e la pinacoteca chiusa.
A quanto si apprende, nelle due giornate di apertura straordinaria del fine settimane hanno visitato la pinacoteca un centinaio di persone, 85 sabato e una decina domenica mattina.
Il quadro, un olio su tavola di piccole dimensioni, 11 cm per 20,4, si trovava nella sala Grieco, la prima sala espositiva del museo, che ha sede al quarto piano del palazzo della Città metropolitana, sul lungomare di Bari. Domani i Carabinieri torneranno per un nuovo sopralluogo e cercare eventuali tracce che consentano di risalire all’autore del furto.
«Speriamo di poter recuperare presto l’opera ed esporla, individuando il responsabile - commenta Francesca Pietroforte, consigliera metropolitana delegata alla Cultura - . È un episodio molto grave e siamo sicuri che i Carabinieri ci aiuteranno con le loro indagini. Ci dispiace anche perché avevamo da poco riaperto il museo dopo la chiusura imposta dalla pandemia».
«È uno dei pochi paesaggi fluviali di Lega la cui sensibilità artistica, a differenza di altri macchiaioli, non fu stimolata eccessivamente dai corsi d'acqua e dal mare. Un altro quadro, eseguito nello stesso luogo Rovezzano (Milano, Galleria Pesaro, 1928, n. 275, tav. CXXV), che è da tempo inglobato nei confini comunali di Firenze, offre una veduta più prospettica e più narrativa dell' Arno. Nel dipinto della collezione Grieco prevalgono delle pennellate piuttosto lente e ponderose, in un'impostazione a piccoli blocchi. Numerose le tonalità di verde e marrone, interrotte da zone chiare e da strisce bianche sulla riva di fronte. Intorno al 1878 si consolidò l'amicizia del pittore con la famiglia Tommasi (cfr. Durbé, in cat. Bologna 1973, pp. LIX-LX) e quando questa si trasferì in una villa a Bellariva lungo l'Arno, Lega fu molto spesso ospite loro. La villa dei Tommasi divenne un amato luogo d'incontro di letterati e artisti e punto di partenza per le loro escursioni collettive (cfr. Durbé-Folcini, 1985, p. 128). Nelle vicinanze si trovavano la Casaccia (vedi il dipinto L'Arno alla Casaccia di Abbati, n. 23, collezione Grieco) e più lontano, nella stessa direzione dell' Arno, Rovezzano. Per la datazione si potrebbe pensare ai primi anni Ottanta, lo stesso periodo all'incirca del Cofanetto "Majorfi" (Matteucci, 1987, II, p. 151, n. 168) che su un pannello: La nave del traghetto a Rosano, raffigura un soggetto molto simile, realizzato però con una pittura più fluida» scrive .
(Christine Farese Sperken - http://www.pinacotecabari.it)
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