La città che cambia

Bari Costasud, ecco 75 milioni: il parco costiero si può fare

Ninni Perchiazzi

Decaro: «Stiamo scrivendo il primo capitolo di un pezzo di storia della città»

BARI - Il progetto «Costasud» adesso inizia a poter contare anche un supporto economico. Il piano di recupero-riqualificazione-rigenerezione-ricucitura del litorale a sud est del capoluogo destinato anche a far sorgere un parco costiero potrà contare sui soldi europei del Recovery plan, approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di 75 milioni di euro che pioveranno sul capoluogo per effetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal Governo (nell’ambito delle misure relative alle opere strategiche-grandi attrattori turistico-culturali), al quale la proposta progettuale è stata candidata. Via libera quindi a uno stralcio del più ampio progetto di riqualificazione del litorale.

Partnership Il piano è frutto di idee e proposte partorite dalla collaborazione tra Ance, Confindustria, Ordini professionali e Politecnico, poi trasferite a Palazzo di Città, che le ha compendiate nel concorso internazionale di idee vinto dal gruppo di lavoro guidato dal docente del Politecnico di Milano Nicolò Privileggio. L’intento (e la speranza) è dare nuova linfa e soprattutto un nuovo volto al tratto di costa che corre dal lungomare dei lampioni da cartolina fino a San Giorgio, passando da un degrado ormai da decenni quasi abitudinario alla vista dei baresi, costituito da edifici diroccati di varia pezzatura, scheletri di costruzioni abortite e abbandonate, rifugio notturno di un vero e proprio popolo di invisibili composto da senza fissa dimora, indigenti di ogni tipo, senza tralasciare il proliferare del mercato del sesso.

Sfida Una fetta di città da recuperare e valorizzare dopo tanta incuria, tanto da indurre il sindaco Antonio Decaro ad individuare l’avvio della realizzazione del progetto come una sfida-obiettivo del suo secondo mandato. «Forse la sfida più importante dei prossimi anni, l’opera che può davvero cambiare il volto e le sorti di Bari», ripete ormai il primo cittadino quasi fosse un mantra.

Parco e collo d’oca Così, l’area complessiva di quasi cento ettari (di cui 40 destinati a verde) che si estende lungo 7 chilometri circa di costa, è destinata a trasformarsi in quel parco urbano sul mare con la funzione di cerniera per connettere la campagna, lo spazio agricolo e i quartieri cittadini, ricucendo il retro costa con l’Adriatico, zone storicamente separate dalla strada ferrata, anch’essa col destino segnato per effetto dell’altra grande opera in via di realizzazione, i lavori del cosiddetto «collo d’oca», che ne determineranno lo spostamento. In realtà, sparirà la linea nazionale (e i suoi duecento e passa treni al giorno), ma potrebbero restare i binari a servizio di una metropolitana leggera che costeggi la litoranea, «declassata» a strada urbana a velocità «dolce» (limite 30km/h) con funzione ciclo-pedonale. La nascita del parco va quindi ad incastrarsi con l’addio ai binari che costeggiano via Gentile, ancora fonte di separazione dei quartieri di Japigia e Madonella, nell’ottica della riqualificazione di una porzione di suolo strategica di tutta la città.

Stralcio I fondi emanati dal Governo serviranno a realizzare il Parco costiero della cultura, del turismo, dell’ambiente. «Questo è forse il finanziamento più importante e consistente mai attribuito al Comune nella sua storia più recente. Non si tratta solo di un intervento strategico di rilevanza metropolitana, unico nel suo genere per dimensioni e impatto sul territorio, ma di un’opera che cambierà definitivamente l'immagine di Bari per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi», commenta il primo cittadino. «Parliamo di un pezzo di storia nuova che stiamo scrivendo, che ha in questo finanziamento il suo primo capitolo, con cui si può ufficialmente dare il via all’intero racconto», aggiunge, attingendo poi dai ricordi della campagna elettorale del 2014. «Dissi che avremmo puntato tutto sul rapporto tra la città e il mare. Promisi che quel tratto di costa avrebbe rappresentato la nostra vera sfida, ponendoci l’obiettivo di avviare almeno la progettazione della sua riqualificazione», dice ancora, per poi fissare un nuovo obiettivo. «È la data del 2026, quando le opere finanziate dal Recovery dovrebbero essere terminate. Allora non sarò più sindaco ma il mio più grande orgoglio sarà quello di aver posto le basi per un nuovo futuro della nostra città», conclude.

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