L'episodio

Muore a Bari rifugiato eritreo, la denuncia dell'Unchr

Redazione online

Soccorso nei giorni scorsi mentre vagava per strada in condizioni di grande disagio fisico

Bari - Un 46enne rifugiato di origine eritrea, senza fissa dimora, è morto nel capoluogo pugliese. Lo comunica l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) che oggi partecipa ai funerali. L’uomo, che era in Italia dal 2016, viveva in un giaciglio precario nella zona del Parco Perotti dove un volontario dell’Unhcr lo aveva soccorso la domenica delle Palme: era stato trovato con gravi problemi respiratori e in una condizione di malnutrizione avanzata. Nonostante i soccorsi da parte di volontari e vigili urbani, e il successivo ricovero in ospedale, il rifugiato è morto dopo alcune ore.
L’Unhcr sottolinea che il 46enne viveva in condizione di «forte precarietà, assistito da associazioni di volontariato e costretto a continui spostamenti che lo hanno condotto in uno stato di prostrazione fisica e mentale, sempre più ai margini».
«I rifugiati che ricevono protezione in Italia - commenta Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino - aspirano a diventare parte attiva della società, a tal fine occorre indirizzare ogni misura nell’ottica dell’integrazione, in modo che nessuno venga lasciato indietro. La morte tragica di questo rifugiato, estremamente fragile e invisibile, ci lascia sgomenti. Sovente, le persone rifugiate vivono situazioni personali molto complesse».

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