Aveva 63 anni

Bari, addio a Ubaldo Terlizzi, «monellaccio» missino: stroncato da un male

Michele De Feudis

Dai caldi anni Settanta al lavoro n consiglio comunale con Pinuccio Tatarella

Consigliere comunale del Msi e poi di An, presidente del consiglio comunale nel secondo quinquennio della giunta Di Cagno Abbrescia, Ubaldo Terlizzi è morto ieri a 63, fiaccato da un male incurabile. Esponente della destra popolare, il suo impegno politico è stato caratterizzato da un luogo simbolo per il mondo missino: Ubaldo era il titolare, con il fratello Mimì, de «La casa della Panna» in via Marchese di Montrone.

Non un semplice bar, ma un crocevia esistenziale dell’inquietudine di una generazione: si ritrovava lì la gioventù tricolore, prima di un comizio di Giorgio Almirante, la mattina dopo una nottata di affissioni, post scaramucce con i rivali di sinistra, o solo alla fine di una passeggiata provocatoria con la fidanzata sotto il braccio nella ostile Piazza Umberto o nella patriottica Piazza San Ferdinando, spazi iconici dell’impegno degli under 30 nella città tra gli anni settanta e ottanta.

Terlizzi era cresciuto nella Giovane Italia di Lillino D’Erasmo, poi nel Msi guidato da Peppino Incardona, che tenacemente rimase in piedi nonostante la scissione di Democrazia nazionale nel 1976 (in Puglia i frazionisti erano guidati dal leader pugliese Ernesto De Marzio): fu l’attivismo di tanti ragazzi come Ubaldo, Lucio Albergo, Nino Colucci, Antonio Bifaro e Antonio Molfettone con l’associazione sportiva Fiamma, Tommy Bottalico, Enzo Volpicella e Luciano Boffoli (poi consiglieri comunali di An), Lucio Marengo a far conservare il patrimonio di consensi e una cospicua presenza in consiglio comunale alla destra, anche grazie alla sintesi - officiata da Pinuccio Tatarella - con la borghesia nera o conservatrice, che aveva il volto rassicurante di Achille Tarsia Incuria, Antonio Paparesta, Filippo Plotino, Aldo Baldi, Antonio Sabatino, Giuseppe Mirizzi, Giandomenico Blasucci, Franco Silvestri, Ettore Bucciero, Antonio Crocco, mentre il nume tutelare restava don Araldo di Crollalanza.

Nel 1994 la svolta governista di An offrì una nuova chance di partecipazione al nuovo corso e Ubaldo - dialogando con il deputato Gianni Mastrangelo e con l’avvocato Aldo Pecorella, leader dei giovani missini - non nascondeva qualche resistenza. «Ma dov’era Mario Pitzalis nel 1977?»: questa la battuta, divenuta un tormentone, con cui stigmatizzava i volti moderati che salivano nella sede di Via Piccinni, pronti a ricordare d’emblée di aver avuto parenti attivi nel Ventennio (per corroborare la richiesta di un posto in lista alle politiche).

«Teneva insieme lo slancio ideale, il senso delle istituzioni l’azione politica concreta locale e nazionale»: così lo ricorda Filippo Melchiorre, capogruppo di Fdi in consiglio comunale. Al funerale di Terlizzi, domani alle 10,30 nella Chiesa Sant’Enrico nel Villaggio Trieste, ci sarà anche il gonfalone del Comune di Bari, oltre a tre generazioni di missini, molti dei quali annoverati affettuosamente da Ubaldo nella onnicomprensiva categoria dei «monellacci politici».

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