L'iniziativa
Assistenti digitali, da Siri ad Alexa: la voce è tutta made in Bari
Ecco un corso destinato a laureati grazie all’intelligenza artificiale: l'idea è di un’azienda di Gravina che ha organizzato un’accademia di formazione specifica
BARI - C'è chi ci litiga. Chi incomincia a confondere nomi e funzioni. Gli «assistenti virtuali» sono ormai nel nostro quotidiano, dialogano e ci ascoltano, cercando di darci risposte il più possibile precise. Da Siri ad Alexa, per non parlare dei chatbot, con i quali si interagisce su tanti siti di e-commerce, gli «aiutanti digitali» faranno sempre più parte della nostra vita. Sono figure rappresentative strutturate su basi di intelligenza artificiale che affiancano le nostre attività.
«Solo che ci siamo resi conto che le tecnologie da sole non sono sufficienti - spiega Antonio Perfido responsabile marketing di The Digital Box una società dal cuore tutto barese -. Se è relativamente facile strutturare il software per dar vita ad assistenti con intelligenza artificiale, poi serve tutto il resto. È indispensabile che ci sia qualcuno che insegni loro a parlare, che gli dia voce e soprattutto metta loro a disposizione narrazioni empatiche, che sappiano interagire con l'utente umano».
In realtà è successo a molti: quando si dialoga con questi aiutanti il più delle volte rispondono che non hanno capito o danno una risposta assolutamente inconcludente. Uno si aspetta aiuto e invece si trova più inguaiato di prima. Non pochi ci litigano, innescando anche siparietti comici, specie se accadono in un luogo pubblico. Per non parlare di chi entra in auto e confonde il nome dell'assistente virtuale installato nel veicolo con chi gli ha appena permesso di chiudere casa e attivare il sistema di allarme... Magari ci si sente un po' stupidi, ma d'altro canto sono sistemi innovativi che prenderanno sempre più piede.
«Le conversazioni digitali hanno ormai superato, per numero e frequenza, quelle in presenza – mette in evidenza Perfido -, e in questo periodo pandemico la digitalizzazione è prepotentemente entrata nelle nostre vite. Chatbot e assistenti virtuali rappresentano la nuova modalità con cui aziende, organizzazioni, pubbliche amministrazioni e persone entrano in contatto. E si comincia a parlare di conversazioni “aumentate” per descrivere le modalità di interazione uomo-macchina potenziate dall’intelligenza artificiale. Solo che la gestione di questi assistenti non può trovare tutte le risposte nell'informatica».
Il salto qualitativo è nel «conversation designer», l'architetto delle conversazioni, una sorta di ponte umano che sa disegnare le interazioni che un utente potrebbe avere con l'assistente digitale e costruire le giuste risposte.
«Con la nostra esperienza di azienda ci siamo resi conto che gli assistenti virtuali sono una grossa opportunità per imprese, Enti ed organizzazioni, per garantire risposte rapide ai loro utenti. Solo che mancano figure professionali specializzate, che sappiano dar voce a questi assistenti. Per questo abbiamo deciso di farci promotori di una Academy che sappia formare questi “architetti delle conversazioni”. A breve lanciamo due MasterClass, per corsi di formazione dal taglio fortemente pratico, dove apprendere i segreti di questo mestiere».
L’ azienda di Gravina è nata come start up dall'intuizione di Roberto Calculli e con sedi a Gioia e Gravina si è allargata a Siena e in Campania, a Milano e Barcellona impiegando un centinaio di dipendenti. La decisione di avviare un percorso formativo si deve anche grazie alla collaborazione con Spegea, la scuola di formazione di Confindustria e del Gruppo Exprivia. Nei MasterClass i laureati in materie umanistiche potranno trovare una formazione tecnico-pratica che li può rendere immediatamente spendibili nel mercato del lavoro e a costo quasi zero, visto che i corsi possono ottenere i finanziamenti previsti dalla Regione.
«Sono figure professionali che già oggi sono introvabili nel mercato del lavoro – mette in evidenza Perfido -. Abbiamo deciso di avviare questa Academy in Puglia perché il nostro cuore imprenditoriale è tra Gioia del colle e Gravina e soprattutto perché qui ci sono tanti giovani in gamba che hanno solo bisogno di qualcuno che li sappia guidare verso ciò che serve».
E quello che serve è puntare sul «marketing della convergenza», che significa utilizzare una sola interfaccia per tutti i servizi di informazione e comunicazione, sfruttando diversi strumenti e tecnologie. E oggi che lo smartphone ha cambiato le nostre abitudini e che è sempre più una sorta di appendice di noi stessi, anche i nuovi lavori si piegano a questi cambiamenti a patto di una giusta formazione.