l'appello
Giustizia Bari, penalisti: «No al processo da remoto. Sedi inadatte»
I problemi generati dalla pandemia hanno evidenziato la carenza dell’edilizia giudiziaria
BARI - La Camera penale di Bari torna a dire «no» al processo penale da remoto e riprende, come ulteriore elemento di criticità della giustizia barese, la questione dell’edilizia giudiziaria.
«Il processo penale da remoto non è un processo» dice in una nota il presidente dei penalisti baresi, Guglielmo Starace, spiegando che «l'imputato ha il diritto di presenziare e sedersi accanto al difensore per sottoporsi alla giustizia. Ritenere che si debba utilizzare il meccanismo da remoto per i processi penali, anche in un periodo emergenziale, confligge con la Carta costituzionale e con i diritti dei cittadini».
«A Bari - continua la nota - l’organizzazione della giustizia penale non è ostacolata tanto dall’esigenza di contenere i rischi di contagio virale, quanto dall’assoluta incapacità delle istituzioni di rendere disponibile una struttura idonea ad assumere il nome di tribunale. Il drammatico sviluppo dei problemi generati dalla pandemia non ha fatto altro che fare risaltare ancora una volta quello dell’edilizia giudiziaria rispetto al quale, ormai da lungo tempo, si accusa un silenzio assordante».
La Camera penale, «ribadendo che le scelte del Ministero si sono sinora rivelare non soltanto intempestive ed errate, ma addirittura dannose per la giustizia e per la salute di tutti gli operatori», invita «tutti gli operatori della giustizia a riprendere con forza l’impegno intrapreso nel maggio 2018 per ottenere finalmente per Bari, a causa dell’evidente stato di emergenza e di urgente e grave necessità, la nomina di un commissario ad acta che si occupi tempestivamente della sistemazione definitiva delle sedi giudiziarie, palesemente inadatte ad assicurare il servizio essenziale della giustizia».