la ripartenza
Bari, i giovani avvocati: «Per la Fase 2 nella Giustizia regole uguali per tutti gli uffici»
«Occorre uniformità, stop alla paralisi in atto»: ecco la posizione dei giovani legali
BARI - Stop rinvii d’ufficio, udienze da remoto nel penale solo in pochi casi e trattazione scritta nelle cause civili. La Fase 2 della Giustizia vista dai giovani avvocati parte da qui. Anzi, da una premessa: occorre uniformare in tutti i circondari le regole da adottate per coniugare salute ed esercizio della funzione giudiziaria ai tempi del Covid-19. I giovani legali non condividono poi la proroga del termine originariamente previsto del 30 giugno 2020, poi spostato al 31 luglio 2020 e che «comporterà in concreto una sostanziale paralisi della Giurisdizione fino a dopo l’estate», si legge in una nota dei giovani legali italiani che temono «ulteriori confusioni e lungaggini».
«Siamo molto perplessi sulla decisione del Governo di addossare la responsabilità della gestione della Fase 2 ai capi degli uffici giudiziari - spiega l’avvocato barese Francesco Paolo Perchinunno, segretario nazionale dell’Aiga -. Occorre ripartire in sicurezza con regole certe ed univoche. Nel settore civile ad esempio andrebbero disciplinate, con un provvedimento legislativo, le modalità di svolgimento di alcune udienze che possono essere svolte con la trattazione scritta, attraverso il processo civile telematico».
«In alcuni casi - si legge nella nota dell’Aiga nazionale presieduta dall’avvocato Antonio De Angelis - relativamente al periodo emergenziale, la trattazione scritta le cui modalità si chiede, appunto, siano uniformi in tutti i Tribunali, dovrebbe essere resa obbligatoria», come i rinvii e le udienze per la precisazione delle conclusioni, per esempio, «valorizzando negli altri casi la possibilità di svolgere le udienze da remoto (ad esclusione delle udienza di prova testimoniale)».
Quanto al settore penale, «si apprezza l’intervento che ha accolto le richieste dell’avvocatura escludendo dal novero delle udienze che potessero essere svolte da remoto quelle di discussione e quelle relative alla escussione di tutti i soggetti chiamati a testimoniare. Occorre, tuttavia, un provvedimento uniforme nazionale che preveda di celebrare, in sicurezza, le udienze dove non vi sia la presenza di ulteriori soggetti diversi dall’imputato, dal difensore, dal giudicante, dal cancelliere e dal pubblico ministero. E solo nel caso in cui la celebrazione del processo “tradizionale”, ossia tenuto nelle aule di udienza, non possa essere attuata, in quanto non potrebbe essere garantita la sicurezza sanitaria delle persone, dovrà essere prevista, per la sola fase emergenziale, la possibilità di effettuare da remoto» alcune udienze.
«Tutto questo non fa che aggravare una situazione di per sé già critica che da tempo stanno vivendo i giovani avvocati baresi - spiega l’avvocato Daniela Santamato, presidente Aiga Bari -. Proprio quando, a fatica, stavamo lasciando alle spalle le conseguenze della crisi determinata dal caos edilizia giudiziaria con le udienze celebrate persino sotto le tende, un’altra emergenza, ancora più grave come quella sanitaria che stiamo attraversando, mette tutti noi a durissima prova».