cucina

Bari, Claudio e Brigida sfidano la recessione inventando il gusto etnico a domicilio

Valentino Sgaramella

Avevano inaugurato un ristorante a Bari, ma il lockdown li ha costretti alla chiusura e si sono reinventati così

«La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia». Albert Einstein scolpiva con parole eterne il suo pensiero. Per Claudio e la sua compagna Brigida, 30 anni lui e 28 lei, è come sostituire lo pneumatico mentre l’auto è in corsa. La crisi generata dalla pandemia morde come mai prima. Bisogna reagire.

Il 21 novembre scorso inaugurano dopo tanti sacrifici un ristorante a Bari. Una scommessa, quella di preparare piatti a base di sushi e cucina nippo-brasiliana, un mix inedito asiatico-latino americano. Tempo tre mesi e la pandemia fa chiudere il locale.
Nervi saldi. In breve tempo, bisogna inventarsi una soluzione. La passione per la cucina si intreccia con un amore sbocciato tra due giovani tra una ricetta e un progetto. «È stata una scommessa, quella di aprire in un mercato abbastanza strutturato come quello del sushi a Bari - inizia il suo racconto -. Abbiamo offerto l’abbinamento tra il pesce, le tecniche di preparazione del sushi e la frutta esotica». L’idea embrionale l’hanno appresa a San Paolo del Brasile dove esiste la colonia più numerosa di giapponesi all’estero: un milione e mezzo di persone circa. Lì hanno inventato le «temakerie», i bar aperti 24h dove preparano il celebre «temaki», un cono con dentro l’alga e il riso e poi pesce frutta esotica.

L’idea è di Brigida. Entrambi vivono a Milano. Si conoscono già ma nella metropoli si erano persi di vista. Il destino vuole che si reincontrino. Scoprono di avere la stessa passione per la cucina.

«Ho sempre cucinato tanto - dice il 30enne barese - e ho partecipato anche a gare gastronomiche, anche se per anni ho fatto il consulente nel settore della finanza immobiliare». Tra i due giovani sboccia l’amore. Decidono di radicare l’idea a Bari. Vincono un bando della Regione. «Io - spiega Claudio - ho seguito tutto l’aspetto finanziario, mentre lei metteva in piedi tutto».

La partenza è a razzo. Poi il lockdown. E il coraggio spinge la coppia a reinventarsi. «Bisogna offrire un sollievo morale alle persone che non possono uscire di casa. Claudio e Brigida riconvertono il personale. Claudio e il direttore di sala ora fanno le consegne a domicilio.

«Piano piano gli ordini aumentano. Brigida confeziona i pasti da consegnare in buste chiuse, decorandole con un grande cuore rosso e la scritta “andrà tutto bene”». Un mantra che pervade la quotidianità di tutti, perché l’ottimismo è una delle armi decisive per superare questo momento globale.

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