La città che cambia

Bari, villa confiscata diventa centro di riscatto sociale: ecco Artemisia

Redazione online

All’inaugurazione anche il ministro Lamorgese

BARI - Villa Artemisia, la dimora dalla quale l’ex boss messinese Antonello Lazzarotto gestiva il narcotraffico, diventa dopo la confisca un centro di co-housing per neomaggiorenni fuori famiglia, un bistrot, un bed & breakfast e uno spazio aperto dedicato alla cultura. La struttura, nel rione Santo Spirito di Bari, è stata inaugurata oggi dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal sindaco Antonio Decaro.

Diventerà un’esperienza di accoglienza, formazione, lavoro, cultura e turismo e sarà gestita da operatori specializzati del settore e dagli stessi giovani ospiti che potranno così sperimentare l’autonomia e l’integrazione attraverso la gestione della cooperativa Caps. Villa Artemisia è il primo e il più grande immobile confiscato a Bari alla criminalità organizzata. La morte del boss Lazzarotto, avvenuta nel carcere di Bari nel marzo del 1992, è stata al centro per anni di un 'giallò alimentato dalle dichiarazioni dei 'pentiti' Michele Ladisa e Saverio De Marzo, che raccontarono ai pm baresi che il capoclan, in affari con i clan mafiosi Capriati e Parisi, fu assassinato con una mistura di veleno che gli fu somministrata perché era in procinto di rivelare i 'segretì legati al rogo doloso del Petruzzelli, compiuto nell’ottobre '91. Tuttavia, le due diverse inchieste avviate per stabilire le cause del decesso del boss si conclusero con l’archiviazione e stabilirono che Lazzarotto morì per infarto ischemico al miocardio. L’ultima indagine che si avvalse di una 'perizia di scienzà, tuttavia, lasciò aperta in linea residuale e teorica l’ipotesi dell’avvelenamento.

Un appello affinché i beni confiscati ai mafiosi non vengano venduti ma messi a disposizione del luogo in cui il proprietario del bene stesso ha creato problemi e quindi, riutilizzato, è stato lanciato dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, durante la cerimonia di consegna alla collettività della ex villa del narcotrafficante Antonello Lazzarotto, morto nel carcere di Bari nel 1992. Decaro ha chiesto anche al ministro "procedure un pò più semplici» per il recupero dei beni confiscati.

Per il sindaco di Bari, villa Artemisia «è un simbolo di un periodo negativo della nostra città degli anni Novanta, quando Lazzarotto aveva contatti con la mafia locale e la 'Ndrangheta». "Qui - ha aggiunto - si incontravano i capiclan della città e veniva anche la Bari bene a bere un drink. Perché in quegli anni per essere assunto nelle cliniche private bisognava rivolgersi al boss 'Savinucciò Parisi. Oggi quel simbolo negativo diventa positivo».

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