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Bari, uccise pusher per droga non pagata: condannato 43enne. Risarcita famiglia della vittima

 
Redazione online

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Riconosciuta dal giudice nel delitto l'aggravante mafiosa

Mercoledì 13 Novembre 2019, 16:33

14 Novembre 2019, 20:00

BARI -  Il gup del Tribunale di Bari Antonella Cafagna ha condannato alla pena di dieci anni di reclusione il pregiudicato 43enne Francesco Lambiase, imputato per l’omicidio preterintenzionale di Cosimo Vessio, avvenuto nel quartiere Enziteto di Bari il 15 aprile 2014. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice ha riconosciuto la contestata aggravante mafiosa per aver favorito il clan Strisciuglio.

Stando alle indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Bari, coordinate dal pm della Dda Lidia Giorgio, Vessio venne ucciso da un colpo di pistola calibro 40, esploso da distanza ravvicinata, che gli recise l’arteria femorale sinistra, dopo il rifiuto della vittima di proseguire nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti e di saldare un debito di 800 euro. A supporto degli accertamenti disposti dalla magistratura barese sono intervenute nel corso del processo anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.

IL RISARCIMENTO - Hanno ottenuto il risarcimento danni per la morte del proprio familiare le due sorelle e la madre di Luigi Vessio, il 50enne ucciso nell’aprile 2014 nel quartiere Enziteto di Bari nell’ambito di dissidi interni al clan Strisciuglio per una partita di droga non pagata. La condanna al risarcimento danni in favore delle parti civili, assistite dall’avvocato Giuseppe Buquicchio, è stata stabilita dal gup del Tribunale di Bari Antonella Cafagna con la sentenza con la quale ieri ha condannato alla pena di 10 anni di reclusione il pregiudicato 43enne Francesco Lambiase, imputato per omicidio preterintenzionale con l’aggravante mafiosa. L’importo del risarcimento sarà quantificato in un separato giudizio civile. Nel corso del processo, celebrato con il rito abbreviato, l’imputato ha confessato il delitto scrivendo anche una lettera di scuse alla famiglia

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