Il forum del Sud
Immobili e turismo, la Puglia è al top: «Ora è tempo di fare rete»
Carserà (Nova Re): «Gli investimenti vadano oltre Roma e Milano»
BARI - Non solo Roma e Milano. Il futuro degli investimenti nel settore immobiliare e turistico passa dalle «realtà emergenti» come la Puglia che, però, farebbe bene a ispirarsi (in fretta) alle esperienze più virtuose. Il caso di scuola è proprio quello di Milano: il capoluogo lombardo sta infatti attraversando, da 4-5 anni a questa parte, una sorta di «primavera immobiliare». Il motivo? Non una programmazione rivoluzionaria come qualcuno potrebbe pensare. Piuttosto, la ragione della svolta è da ricercarsi altrove: la città ha deciso di «fare rete», mettendo a sistema pubblico e privato, necessità dei cittadini ed esigenze degli imprenditori. Perfino le amministrazioni lavorano ormai in continuità e senza strappi.
Un piccolo miracolo italiano destinato (si spera) ad evolvere, da esperienza singola, a lezione per tutti. Anche per il Sud e, quindi, per Bari e la Puglia: «Le eccellenze ci sono, ora bisogna imparare a fare rete». È questo il messaggio che arriva, forte e chiaro, dal Forum del Sud 2019, organizzato ieri a Bari, negli spazi del Grande Albergo delle Nazioni, dall’istituto di ricerca Scenari Immobiliari e Cassa depositi e prestiti. Un’occasione per spingere al dialogo amministrazioni, parti sociali, realtà associative, esperti e, soprattutto, investitori intorno a due perni cruciali dai quali passa e passerà lo sviluppo del Mezzogiorno: mercato immobiliare e turismo. I dati da cui l’intero ragionamento muove sono lusinghieri per la Puglia: la regione, sarà, nel 2020, la prima per numero di compravendite (ne sono stimate 36.500), nonché la terza - dopo Sicilia e Campania - per peso immobiliare. La sola Bari, si stima, farà registrare un positivo +7,9%. Ma è soprattutto nel rapporto con l’estero che la Puglia si qualifica come eccellenza: prima meta per gli acquirenti privati stranieri (Toscana e Lazio arrancano dietro) ha visto, tra il 2010 e il 2019, 10.500 persone provenienti dall’estero comprare una casa ad uso turistico sul territorio per un giro d’affari di oltre tre miliardi.
Numeri da capogiro che però non devono indurre a sedersi sugli allori. Fare rete, appunto, e mettere a valore le eccellenze. Lo chiariscono, nell’introduzione - dopo il saluto del vicesindaco Eugenio Di Sciascio -, il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, e il direttore generale di Cdp Investimenti Sgr, Marco Sangiorgio, puntando l’indice su innovazione e recupero urbano. Ma sono soprattutto gli investitori ad inquadrare il bersaglio. Ad alternarsi al microfono, Alessandro Belli (Cdp), Giovanni Benucci (Fabbrica immobiliare) e Claudio Carserà. Quest’ultimo, Head of Real Estate di Nova Re SIIQ, la quotata del gruppo Sorgente che fa capo a Valter Mainetti, è intervenuto auspicando una nuova visione degli investimenti immobiliari che vada oltre le piazze consolidate di Milano e Roma. «Operare al Sud, al Centro e al Nord, ma soprattutto – ha sottolineato - in piazze emergenti, creando nuove opportunità e occasioni di redditività a lungo termine per gli investitori istituzionali italiani ed internazionali».
«Sorgente Group - ha ricordato – ha dedicato al Sud un’attenzione continua nel tempo, valorizzando fra l’altro per la città di Bari immobili di prestigio e ricchi di storia, come il Grande Albergo delle Nazioni e l’Hotel Oriente, e partecipando allo sviluppo di Borgo Egnazia che oggi è uno dei Resort più belli del mondo e il simbolo della ricezione di lusso in Puglia». «La nostra SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotata) – ha concluso Carserà – dovendo puntare alla redditività nel lungo termine, è convinta che sia necessario andare oltre le piazze consolidate, creando un nuovo mercato nelle province italiane e nei centri emergenti, ricchi di asset che, avendo la possibilità di essere riqualificati e valorizzati, possono rivelarsi investimenti immobiliari di qualità in grado di garantire una redditività costante nel tempo e di dare soddisfazione economica agli investitori».
Proprio gli investimenti, sono il nodo su cui hanno indugiato di più le analisi di scenario affidate Gregorio De Felice, direttore ufficio studi di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Roma (presidente Rur) e Marco Imperiale (Fondazione con il Sud). «Il vero spread - ragiona De Felice - è proprio quello degli investimenti. Rispetto alla Germania, l’Italia ha messo sul piatto 140 miliardi in meno. Sono numeri che possono diventare decisivi in negativo perché, è vero, le nostre esportazioni reggono, ma fino a quando?». Vale per il manifatturiero ma anche per il turismo e l’immobiliare, settori chiamati a confrontarsi con sfide del tutto nuove. Se lo scenario globale impone alle strutture recettive l’obbligo di superare il vecchio schema dell’hotel 3 stelle a gestione familiare, il terremoto demografico che attraversa il Paese chiama gli immobiliaristi a ragionare su parametri differenti. Gli anziani vivono più a lungo mentre i giovani scappano e, se restano, spesso restano da «single metropolitani». Con tutte le conseguenze, anche economiche, del caso.
Insomma, il contesto diventa dirimente così come chiarito nel lungo panel (ben dieci i relatori tra cui Lorenzo Felici, Paolo Caputo, Roberto Busso, Silvio Maresca, Vincenzo Gentile, Giovanni Padula, Daniele Tagliente e Giorgio Palmucci) dedicato a Città e turismo. «Il Sud non è una questione a sé - riflette Domenico De Bartolomeo, presidente pugliese di Confindustria -, piuttosto c’è un tema di intensità di interventi. Dobbiamo essere messi in condizione di correre alla pari con il resto del Paese e l’Europa. Serve un grande piano di investimenti? Bene, che si faccia al più presto». Gli esempi positivi, naturalmente, non mancano a cominciare dall’area portuale di Taranto ormai apertasi - come chiarisce il presidente Fulvio De Blasio - anche al traffico crocieristico. La storia, insomma, impone un aggiornamento. Delle strutture fisiche e dei contenuti immateriali. Il 2020 sarà l’anno del gemellaggio tra Italia e Cina. La Puglia è pronta ad accogliere il flusso «rosso» dei turisti d’Oriente?