il divieto-choc

Bitonto, «I vostri assistiti hanno l’Aids», così il lido è vietato agli ammalati

Enrica D'Acciò

Rifiutata la stipula di un contratto per l’ingresso stagionale per un gruppo di operatori della casa alloggio «Raggio di sole»

BARI - Piscina vietata per gli ospiti della casa alloggio «Raggio di sole», che sono stati rifiutati da uno stabilimento balneare perché ammalati di Aids. La storia di pregiudizi e discriminazione, che però, fortunatamente, ha avuto un lieto fine, è stata denunciata dagli operatori della casa alloggio, la struttura gestita dalla fondazione Opera Santi Medici di Bitonto che si occupa, appunto, di pazienti in Aids conclamata.

Racconta Fiorella Falcone, psicologa responsabile della struttura: «Ogni anno, per l’estate, organizziamo una vacanza con i nostri ospiti, quasi sempre al mare, spesso anche lontano dalla Puglia. Quest’anno, visto che ci sono diversi ospiti che, per questioni di salute, non possono allontanarsi troppo, abbiamo pensato di organizzare delle giornate sul litorale di Bari. Ci siamo rivolti quindi ad una struttura balneare che, già in passato, ci aveva ospitati anche se solo per una giornata durante la stagione estiva». L’idea è quella di portare, almeno due volte a settimana, gli ospiti della casa-alloggio al mare, in un ambiente protetto, dove poter fare anche il bagno in piscina. Cominciano dunque le trattative per stipulare una convenzione con la struttura balneare che però, dopo un’iniziale disponibilità, si tira indietro, «Il loro legale ci ha detto, apertamente, che non volevano più accoglierci perché i nostri ospiti hanno l’Aids. Da allora, non ci hanno risposto più, nemmeno al telefono». Una sberla in pieno viso per chi, da quasi trent’anni, si impegna per informare e sensibilizzare sulla malattia. «Che non si trasmette per contatto, né condividendo la stessa piscina o l’ombrellone. Per di più, i nostri ospiti sono costantemente sotto controllo medico, la loro carica virale è bassissima, di fatto sono meno pericolosi di chi è portatore della malattia e non lo sa. Non ci era mai capitato di essere discriminati così. Ci sembra di essere tornati indietro di più di vent’anni».

Ma i gestori dello stabilimento, che è una struttura privata, non hanno facoltà di scegliere la loro clientela? «Bisognerebbe approfondire la questione», commenta a riguardo Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli avvocati. «In generale, se si tratta di una struttura privata, il gestore ha facoltà di scegliere i propri clienti ma se la struttura è privata, in concessione pubblica, magari il gestore non è nelle condizioni di rifiutare chicchessia. Rimane poi il fatto che questi clienti sono stati discriminati, magari incolpevolmente, di sicuro per ignoranza».

Amaro il commento di don Vito Piccinonna, presidente della Fondazione Santi Medici. «Papa Francesco la chiama “cultura dello scarto.” Questo abbiamo sperimentato quando abbiamo appreso del diniego rivolto ai residenti della casa “Raggio di Sole.” Prima ancora che un atto di deprecabile emarginazione è una questione culturale. L’episodio quindi diventa per noi uno sprone. Non serve a nulla accogliere se non si creano le condizioni di una vera integrazione dalla quale, anche sul versante Aids, siamo ancora lontani. Da credenti non possiamo rimanere in silenzio».
La vicenda, come detto, ha però avuto un lieto fine, perchè un altro lido si è detto disponibile a sottoscrivere la convenzione. Vacanza al mare assicurata per tutti, dunque, alla faccia dei pregiudizi. 

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